I palazzi non verranno abbattuti, ma saranno ristrutturati. Nessuna demolizione, ma la rigenerazione di tutti i civici, dal 26 al 42. L'assessore lombardo alla Casa Alessandro Mattinzoli porterà oggi in giunta la delibera per il progetto di ristrutturazione degli alloggi di via Bolla, la polveriera di Milano. Interventi ancora più urgenti dopo la maxi rissa dello scorso 10 giugno, che ha coinvolto una sessantina di persone tra residenti italiani e occupanti rom, e il conseguente blitz delle forze dell'ordine con otto abitazioni perquisite, sei appartamenti sgomberati, tre persone denunciate e il ritrovamento di mazze, un bastone e un coltello a serramanico.
Dopo il passaggio in giunta si scopriranno maggiori dettagli relativi al cronoprogramma dei lavori. Intanto, però, dalla Regione assicurano che ci saranno tempi non lunghissimi, ma soprattutto «certi», con l'obiettivo di cominciare a «muoversi immediatamente». E per la riqualificazione di via Bolla il Pirellone metterà sul piatto più di 30 milioni di euro. Dello stabile più grande, quello con oltre 150 alloggi, rimarrà lo scheletro esterno con la ristrutturazione totale degli interni. Per quello più piccolo i lavori riguarderanno prevalentemente le facciate, i vani scala e gli ascensori. Con un investimento importante dal punto di vista dell'efficientamento energetico, e la possibilità di recuperare parte delle risorse attraverso il Superbonus. Una volta tratteggiato il percorso di rigenerazione si penserà alla ricollocazione temporanea delle famiglie, con Aler che in attesa della fine dei cantieri potrebbe sfruttare degli alloggi di sua proprietà nel Gallaratese. Dal censimento portato avanti dall'agenzia regionale per l'edilizia popolare si evince che la quasi totalità degli inquilini, circa l'80%, sono abusivi, principalmente rom di origine bosniaca e romena.
«Devono sgomberarli tutti. Non sono persone con cui parlare. Non hanno regole e non gliene frega nulla di integrarsi», è lo sfogo di un residente. L'area di via Bolla, dal giorno del blitz, è controllata da un presidio fisso della polizia: «Apparentemente sembra che funzioni aggiunge ma anche se la situazione è più tranquilla continuano i bivacchi e i pic-nic con schiamazzi fino alle due di notte. Da questo punto di vista la musica non è cambiata». Così come il degrado: «Spesso entrano anche nel nostro edificio dalla strada che dà accesso alle autorimesse racconta un residente di via Bolla che vive in uno stabile gestito da Mm - dovevano venire a sigillarla proprio il giorno degli sgomberi ma non è stato possibile e abbiamo dovuto rimandare». Gli occupanti, infatti, si introducono nel loro condominio e «usano i locali che trovano come bagni per urinare e defecare. Hanno persino sfondato delle porte anti-incendio, e a volte li abbiamo visti anche salire con le scale nel palazzo».
L'assessore lombardo alla Sicurezza, Riccardo De Corato, insiste nel sostenere che in via Bolla ci voglia un presidio fisso, magari con l'impiego dei militari di «Strade sicure». Soprattutto per «evitare che le case sgomberate non siano nuovamente occupate, sennò sarebbe una perdita di tempo».
Secondo l'assessore al momento «è necessario liberare tutti gli spazi intorno alle tre torri», come «il campo rom» dove vivono ai piedi dei palazzi, appoggiandosi alle cantine. «Finché ci saranno quelle roulotte avverte De Corato la situazione non è destinata a cambiare».
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