Cenare sul divano davanti alla televisione. Fare la spesa solo in quel supermercato dall'altra parte della città e a quell'ora precisa, sperando prima o poi di trovare qualche simile in cerca d'amore. Magari tra una scatola di tofu precotto e un pacco di quinoa bio.
Spupazzarsi come vecchi zii i figli degli amici al brunch della domenica. Fiondarsi a improbabili vernissage o feste fashion dopo una giornata di lavoro, solo con lo scopo di agguantare l'anima gemella e finire a fare da tappezzeria o reggi-bicchieri per tutta la sera. Scroccare pranzi a genitori, nonni e parenti vari. Sopravvivere agli appuntamenti al buio confezionati da volenterose quanto invadenti coppie di amici sposati. Bluffare vendendo come una scelta libera e consapevole quella che invece, spesso, è una condizione che essere lo zimbello del liceo al confronto era una passeggiata.
Solo per le fatiche cui deve far fronte ogni giorno, il single milanese meriterebbe un premio. Un'indennità. Un assegno di invalidità. Un risarcimento. O, almeno, uno sconto sui kleenex per far fronte ai momenti più difficili o sui fidanzati a noleggio da portare ai matrimoni degli ex compagni di scuola.
E invece no. Scapoloni e zitellone della City lombarda, fatte le dovute eccezioni, vivono sulla soglia dell'indigenza. Perché prosciugano tre quarti del loro stipendio solo per sopravvivere. Una ricerca di Coldiretti, pubblicata ieri in occasione di San Faustino, il santo di questa categoria non-protetta, disegna a tratti marcati l'amara realtà: per un single la vita costa il 64 per cento in più rispetto a chi tiene famiglia. Un carrello di cibo e bevande viene 277 euro al mese per chi vive da solo, contro i 192 euro di chi fa parte di un nucleo di 2-3 presone.
Dentro a questo calderone di sciagurati, che a Milano rappresentano ben il 45 per cento della popolazione, ci sono un po' tutti: mogli che hanno mollato i mariti, mariti che hanno mollato le mogli, solitari incalliti, sfortunati in amore, masochisti vari, vedovi, anziani soli e studenti fuori sede.
Per sopravvivere nella giungla urbana della capitale della moda-design-libro-cinema-musica-arte dove l'apparenza è tutto, mantenendo sempre un certo stile, si arrabattano come possono: le donne, con la scusa della linea, sono in dieta perenne e si vestono solo in negozi di abiti usati (ops, vintage); gli uomini, con l'alibi dell'ambientalismo che fa tanto hipster di Brooklyn o maschio impegnato del nuovo millennio, pedalano come forsennati sulle due ruote del bike sharing. Perché la benzina, l'assicurazione, il bollo, la manutenzione e il posto auto sono roba da ricchi. Perché le mono dosi, in gastronomia come al supermercato, costano di più del formato famiglia e perché se comprano il formato famiglia per risparmiare devono organizzare la cena degli avanzi una sera sì e una no. Così, mentre alle neo mamme il Comune regala i pannolini e alle famiglie numerose la Regione propone incentivi di ogni tipo, ai single non resta che piangere. Di fronte agli amici per farsi trovare la compagna o il compagno di sgravi fiscali, davanti a mamma e papà per farsi aiutare con l'affitto.
Già, giusto per arrivare a quei 900-1000 euro al mese che servono per un appartamento di 40 metri quadri. Così, comodi comodi nelle loro gabbie di due metri per tre, i cuori solitari cercano il karma giusto per tirare la fine del mese.
E non hanno nemmeno una piazza per lamentarsi: tra Family Day e Gay Pride si può giusto sposare la causa degli altri. Sia mai che qualcuno, magari proprio in questa Milano che è la loro patria, per solidarietà o riconoscenza, non sposi la loro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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