Scambio di foto sexy tra adolescenti. Un'epidemia che coinvolge uno su 4

Da una ricerca emerge inoltre che il 2,3% lo fa per denaro

Scambio di foto sexy tra adolescenti. Un'epidemia che coinvolge uno su 4

Adolescenti italiani e invio di foto o video a sfondo sessuale: uno su quattro ne riceve, uno su otto ne manda. I numeri forniti durante il convegno promosso da Durex ieri a Palazzo Marino sono una pagina in più nel SafeBook, il libro «sicuro» promosso dalla compagnia che produce profilattici e presentato ieri ai duecento ragazzi provenienti dalle scuole medie e superiori. Il SafeBook fa parte del progetto didattico di educazione sessuale di Durex, di cui da quest'anno è testimonial Gianluigi Buffon: un libro multimediale che adesso, oltre alle Mst (malattie sessualmente trasmissibili) e alle più basilari informazioni sul sesso sicuro, dedica un capitolo sulla educazione all'affettività e alla sessualità alla base del rispetto tra uomo e donna ed uno alla protezione dell'identità digitale e ai rischi del sexting. Facendo la cosa che Durex sa fare meglio, la profilassi, che in fatto di educazione sessuale ed Internet è ben più complicata. Con la collaborazione del ginecologo dell'ospedale Niguarda Maurizio Bini e del docente di informatica giuridica alla Statale Giovanni Ziccardi, Durex ha snocciolato le cifre del sesso (quello solo virtuale) tra gli adolescenti. Nell'autofotografarsi in pose compromettenti e inviare gli scatti ad altre persone, c'è un 2,3 % che lo fa per ricevere in cambio soldi o addirittura perché minacciato. Nella maggior parte dei casi i contenuti vengono scambiati tra partner o conoscenti, ma c'è un 23% di giovani che ammette di aver inviato foto più o meno senza veli a sconosciuti.

Le ragioni che spingono gli adolescenti all'invio di materiale pornografico sono per lo più la burla o lo scherzo (11,1%) seguite dal desiderio di emulazione dei propri amici (8,6%) e di provocare imbarazzo

(4,6%). La percentuale di chi è contento di ricevere foto pornografiche è superiore a quella di chi reagisce male (solo il 23%): e infatti appena la metà degli intervistati riconosce il sexting come una pratica rischiosa.

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