"Rimandiamo le elezioni" Da Province e Regione un appello al governo

Presentata la bozza da sottoporre all'Esecutivo Necessarie revisioni per far funzionare gli enti

"Rimandiamo le elezioni" Da Province e Regione un appello al governo

Rimandare le elezioni, almeno fino a quando non si sarà completata, o meglio aggiustata, la riforma Delrio. La richiesta al governo arriva dagli «enti di area vasta», la definizione burocratica di Regione, Città metropolitana e Province. Ieri infatti Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti locali, Arianna Censi, vicesindaca metropolitana, e Pier Luigi Mottinelli, presidente dell'Unione delle province lombarde (Upl) hanno presentato un documento a Palazzo Isimbardi per chiedere degli interventi legislativi al governo. In cima alla lista c'è proprio il rinvio del rinnovo degli organi provinciali previsto per il 31 ottobre.

Ma non è l'unica richiesta, anche perché è stata in parte già respinta con la non inclusione nel Milleproroghe dell'accorpameneto del voto per le comunali, c'è infatti la questione monetaria: «La riforma Delrio - ha precisato Mottinelli - ha lasciato le funzioni fondamentali senza risorse». C'è poi una questione legata all'autorevolezza del sindaco metropolitano o del presidente provinciale così come concepito dalle nuove norme: «Vogliamo un sistema di elezione diversa perché il sistema di un presidente eletto da sindaci e consiglieri non funziona».

Sertori è invece tornato a sottolineare la necessità di un «ente intermedio» tra l'altro importante come le province che essendo previste «dall'articolo 114 della Costituzione hanno una levatura che altri consorzi o enti sovracomunali nati in questi anni non hanno». «Tutta l'organizzazione dello Stato poggia sulle province - ha insistito l'assessore regionale - se non funzionano c'è un anello istituzionale che manca». «Al momento circa l'80 per cento delle risorse economiche derivanti dalla Rca vanno allo Stato centrale» ha poi concluso Sertorti.

Arianna Censi ha invece spiegato un altro pezzo della «proposta pratica» che la delegazione lombarda presenterà al governo se nei prossimi due mesi, come promessogli, si aprirà un tavolo per ascoltare gli enti locali. In particolare i lombardi chiederanno che «negli enti con più di 60 comuni l'assemblea dei sindaci sia affiancata da un consiglio metropolitano» per garantire l'autorevolezza del presidente o sindaco metropolitano. Una soluzione che nel caso lombardo comprenderebbe dunque tutte le province esclusa quella di Monza e Brianza che ne ha un pugno di meno. «Nel caso rinvadiamo quella provincia» ha scherzato Censi rispondendo ai cronisti. Quello che è certo, ha chiarito la vicesindaca metropolitana, è che «il tempo è finito». Non è più tempo di parole, o si risolve il nodo istituzionale creato dalla legge Delrio o i problemi rischiano di moltiplicarsi.

Le vecchie provincie infatti controllavano, scuole, strade e ponti e tante altre infrastrutture. E anche solo monitorarne lo stato al momento è molto difficile perché non ci sono più i soldi per gestire le responsabilità in capo agli enti.

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