Matteo Chiarelli
C'è chi al balcone fa sventolare un'enorme bandiera italiana, chi si accontenta di esporne una più piccolina ma nuova di zecca, chi invece ha recuperato in qualche soffitta un vecchio tricolore sabaudo con tanto di corona reale ricamata. Siamo a Torchiedo (frazione di Verbania), piccolo delizioso paesino con un centinaio di abitanti che si affaccia sul Lago Maggiore. Luogo di villeggiatura un tempo, oggi residenza abituale per buona parte dei dimoranti, rimane leggermente appartato dal resto della zona che, specialmente in questo periodo, di solito si trasforma in trafficato approdo turistico, accogliendo in gran numero i milanesi in fuga dalla città ma anche i vicini svizzeri e i tedeschi alla ricerca di un clima mite e soleggiato. Quest'anno però l'aria che tira è ben diversa.
Chiusi in casa dalle restrizioni previste per contenere il contagio del virus, gli abitanti di «Torquieta», come la chiama qualcuno un po' alla latina per ricordare il senso di pace e tranquillità che si respira, si danno appuntamento alle finestre, ormai da un mese a questa parte, tutti i giorni, a mezzogiorno e alle diciotto, per un'«adunata». Prima si sente uno squillo di tromba che chiama a raccolta e subito dopo risuona l'inno di Mameli da un grosso altoparlante. È il momento per i compaesani di uscire sui balconi per ascoltarlo e cantarlo insieme, poi sorridersi, salutarsi e raccontarsi un po' come si è passata la giornata e cosa si pensa di fare l'indomani. Con questo piccolo rituale, che è divenuto ormai un confortante immancabile appuntamento, si è recuperata una dimensione nuova e diversa rispetto al consueto rapporto di vicinato in cui si è sempre troppo presi dalle proprie faccende quotidiane per intessere relazioni di vera conoscenza.
Emerge ora pian piano di ognuno un aspetto amichevole e affettuoso che non si conosceva e che fa trapelare subito nuove possibilità di dialogo e condivisione. Ecco allora che col passare dei giorni, oltre alle «patriottiche» adunate scandite dall'inno d'Italia, a Torchiedo gli abitanti organizzano momenti di comunanza sempre nuovi. Per esempio, a chi festeggia il compleanno, tutti cantano gli auguri, com'è successo pochi giorni fa a Sofia, la più piccolina del paese, cinque anni appena compiuti. Immancabile naturalmente è stata anche la creazione di una chat di gruppo che, visto il periodo, è stata chiamata scherzosamente «Torchiedo ai domiciliari» e su cui i partecipanti postano foto di pizze, torte, panettoni, creme e ogni altro genere di leccornia fatta in casa.
Da qualche giorno inoltre Fabrizio, per tutti «il sindaco», l'ideatore di tutte queste belle iniziative, ha organizzato anche una tombola con un premio finale: così Matteo, Alberto, Ines, Irene, Liliana, Rosella, Sylvie e tanti altri compaesani, partecipando assieme a questo gioco, come a
tutte le altre piccole attività che portano distrazione e conforto in un momento difficile, scoprono, gli uni degli altri, un colore sempre nuovo nei loro nomi e iniziano a conoscersi davvero, come prima mai avevano fatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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