Se a Pisapia piacciono soltanto le sue tasse

Insorge contro l’Imu ma dimentica di aver autorizzato una raffica di stangate ai danni dei milanesi: daal rincaro dei biglietti Atm all'Area C, fino all'addizionale Irpef

Se a Pisapia piacciono soltanto le sue tasse

Stavolta è proprio il caso di esclamare: da quale pulpito! E infatti un sindaco come Giuliano Pisapia che, appena messo piede a Palazzo Marino, aumenta d'un botto del 50 per cento il biglietto del trasporto pubblico; infligge ai milanesi una tassa dalla quale erano sempre stati esentati, la famigerata addizionale comunale Irpef; subito dopo si inventa un balzello per l'accesso in automobile nel centro storico diventato Area C; nel frattempo moltiplica il canone e gli altri costi per occupazione di suolo pubblico - insomma, un sindaco che in poche settimane picchia sulla schiena dei suoi concittadini questa gragnuola di mazzate, ora si permette di incitare nientedimeno che alla rivolta fiscale contro l'Imu, battendo ogni precedente record di faccia tosta e affiancandosi, per apparire credibile in questa inconsueta veste, al leghista Roberto Maroni.
Certo, quando annunciava questi salassi in combutta col super-assessore Tabacci, Pisapia adduceva le sue giustificazioni, tutte immediatamente rivelatesi pretestuose. Tanto per cominciare sul mitico «buco di bilancio lasciato dalla Moratti» non si è mai fatto chiarezza. E poi: il vertiginoso aumento del biglietto Atm avrebbe consentito nuovi investimenti nel trasporto pubblico che non sono ancora visti, anzi la linea 4 della metropolitana è ridotta a un patetico moncherino di due stazioni che rischia di non essere neppure pronto per l'Expo, mentre la manutenzione della rete langue, tanto che quasi non c'è stazione della MM senza una scala mobile fuori uso. Il balzello per accedere all'area C, poi, era motivato dalla lotta alle polveri sottili che invece continuano a stagnare nella nostra aria come prima, anche se sui giornaloni tifosi del sindaco l'allarme per i danni alla nostra salute è miracolosamente cessato. E potremmo proseguire, visto che, per di più, i costi della macchina comunale non sono certo diminuiti, in barba agli annunciati risparmi, grazie anche alle assunzioni di «figure fidate».
Infliggendoci questo spietato trattamento fiscale, Pisapia ha cercato, dunque, di convincerci che aveva le sue buone ragioni. Ma ora va, lancia in resta, all'attacco dell'odiata Imu, come se Monti non avesse le sue di ragioni, certamente più convincenti e gravi di quelle addotte al sindaco. Che, in realtà, sta portando avanti un'operazione propagandistica semplice ma abile: il fatto è che l'Imu è un bersaglio comodo, è una tassa che gli italiani hanno (giustamente) odiato fin dal suo concepimento nelle fertili menti dei tecnici che ora ci governano. Quindi prendersela con l'Imu non solo costa nulla ma rende molto bene sul piano della popolarità e del consenso. Insomma Pisapia sta facendo della facile demagogia e del populismo, sta adottando proprio quei comportamenti che da sinistra vengono ossessivamente rivolti ad altri: ora a Grillo e ora al Berlusconi d'antan, ora a Di Pietro ora alla Lega. E a proposito di partiti, è anche evidente che il sindaco in questo modo si allinea con il leader del suo partito, col Nichi Vendola del Sel, con un occhio anche alle elezioni amministrative. In fondo su questioni come questa dell'Imu, la posizione del primo cittadino di Milano ha pur sempre un rilievo nazionale, in questo caso anche enfatizzato dall'accoppiamento contro natura con Maroni.

Ora non resta che stare a guardare: la rivolta dei sindaci contro l'odiata tassa sta montando: come si comporterà Pisapia, si metterà alla testa del movimento? Francamente ne dubito, ho la sensazione che nel giro di qualche giorno, incassato il dividendo propagandistico, i furori ribellistici del sindaco si placheranno.

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