Sea, Pisapia regala il controllo a F2i

Per evitare il fallimento della Handling il Comune potrebbe cedere più poteri o quote a Gamberale

«Occorre mettere in campo ogni possibile soluzione per evitare il fallimento di Sea Handling». Giuseppe Bonomi è doppiamente preoccupato, come presidente degli aeroporti milanesi ma anche della società che gestisce i servizi a terra e rischia la liquidazione se il tribunale dell'Unione europea non concederà nelle prossime settimane la sospensiva della maxi-multa per presunti aiuti di Stato non dovuti.

Se le istanze avanzate da società, Comune (come socio di maggioranza) e anche dal governo non saranno accolte, la Handling dovrebbe restituire allo Stato 360 milioni. E dichiarare di fatto il fallimento. Ma raccontando ieri in Commissione a Palazzo Marino l'escursus che a portato a questa situazione di rischio, Bonomi - seduto di fianco all'amministratore delegato di F2i Mauro Maia - ha di fatto confermato le voci di un'ulteriore vendita della società. Ne parla «come puro esempio di scuola, non è un argomento di cui come manager posso discutere, devono farlo gli azionisti» premette.

Ma qualora la sospensiva della sanzione venisse rigettata, potrebbe «rafforzare una negoziazione con l'Ue» una ulteriore privatizzazione o la revisione degli attuali patti parasociali che gestiscono la società aeroportuale, arrivando ad un controllo congiunto su Sea da parte del Comune e del fondo presieduto da Vito Gamberale, che dal 2011 con due diverse aste è riuscito ad acquistare il 46% del capitale. Maggiori poteri di governance praticamente a costo zero? Vendita di altre quote? É comprensibile che il sindaco Giuliano Pisapia voglia attendere l'ultimo secondo per intavolare il discorso con la sua maggioranza.

«Se Sea non avesse avuto il controllo esclusivo dell'ente pubblico, se vi fosse stato un controllo da parte di un socio privato o un congiunto - spiega Bonomi - non ci sarebbe stata alcuna multa per aiuti di Stato. E la storia di Sea negli ultimi dieci anni è impregnata da una chiara volontà orientata alla privatizzazione della società, dai tentativi di quotazione alle aste». Solleva polemiche anche l'altro scenario, quello che ha definito il «worst case», il caso peggiore ma già esaminato ieri dal cda prevede la cessione della Handling «attraverso una gara».

E per rispettare quella «discontinuità economica» pretesa dal Tribunale, la vendita «non potrebbe riguardare l'attuale configurazione della società» precisa il presidente. Dunque: non tutti i servizi, non tutto il personale e a condizioni contrattuali diverse. A rischio ci sarebbero 732 lavoratori, ieri la Regione ha garantito che se ci sarà un taglio assicurerà gli ammortizzatori sociali.

Il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo avverte: «Non parliamo di revisione dei patti, se il tribunale Ue non concede la sospensiva si può prendere tempo con la battaglia sul piano giudiziario, la Handling può opporsi al Tar sulla restituzione dei fondi allo Stato. Così arriveremo alla sentenza Ue di merito che ci darà ragione».

De Corato (Fdi) e Giulio Gallera (Pdl) denunciano invece: «Finora Pisapia ha smentito l'ipotesi di dismettere pezzi di Handling, invece che c'è già un piano B». I sindacati preparano uno sciopero di 24 ore per il 14 maggio.

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