"Serve il pugno di ferro contro gli occupanti. Ora quasi tutti stranieri"

Dal presidente di Aler sì a misure più severe: "È il momento di dire basta all'illegalità"

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Presidente Angelo Sala, lei è alla guida di Aler da pochi mesi. E probabilmente il suo è il più difficile degli incarichi, visto il quadro. Qual è la situazione del patrimonio immobiliare di Milano? Quali le risorse a disposizione?

«Sono in carica dal 1° febbraio, e qualcuno ha detto che devo essere un po' matto (sorride). All'Aler Varese ho trovato una situazione difficile e quando l'abbiamo lasciata era fra le migliori. Certo, era molto diversa con 20mila alloggi e una sola occupante abusiva. Milano ha 68mila alloggi, ci sono ispettori, mediatori e custodi, ma con la mia squadra stiamo lavorando molto per modernizzare l'azienda. A Varese facevano un cambio di citofono in una settimana, a Milano oggi servono sei mesi. Diciamo che un mese potrebbe essere un buon risultato. Ho letto e condiviso in pieno le proposte di Walter Galbusera sul Giornale.

Sì, il presidente della fondazione Kuliscioff ha proposto di affrontare la piaga delle occupazioni abusive e della morosità non incolpevole con sanzioni severe e con interventi diretti sui conti correnti dei morosi.

«Essendo nella giunta di Federcasa (che raggruppa 190 aziende) posso dire che è una situazione simile a quella delle altre grandi città. Venendo a mancare i fondi Gescal è crollato il sistema, che non permette più una programmazione strutturale e non a tampone. Senza finanziamenti strutturali diventa difficile, anche perché siamo partiti da case realizzate e affittate a lavoratori che avevano un reddito, oggi sappiamo già che saranno un problema, parliamo di persone senza lavoro o con reddito vicino allo zero, come la possibilità di pagare».

Siete in sostanza voi a farvi carico di questa emergenza sociale e non lo Stato con risorse pagate dalle tasse?

«Martedì in viale Molise, a un incontro con un comitato inquilini, è venuta fuori questa fotografia purtroppo. Anche in Europa succede ma le persone senza reddito sono a carico della società. Noi abbiamo 50-60 milioni di morosità, all'80% incolpevole. Aler non può farsene carico. Io faccio una riorganizzazione aziendale epocale, necessaria per ottimizzare i processi, ma certo questi 60 milioni complicano le cose, come i 35 milioni che paghiamo in tasse, cifra sottratta alla possibilità di investimento in virtù di un meccanismo che su di noi pesa».

Il vostro rapporto con Mm?

«Ottimo, è una delle cose stabilite anche con Maroni. Non possiamo farci la guerra sulla pelle dei poveri e alcune sinergie possiamo metterle in campo, anche sugli sgomberi».

Spesso dare la colpa ad Aler è un alibi a Milano.

«È inutile fare speculazioni da avvoltoio sulla pelle della povera gente».

Dai suoi dati, il 20% dei morosi non sono incolpevoli.

«Allora, bisogna distinguere. Se sei moroso non puoi sederti al tavolo con noi. Ma chi non ce la fa a pagare 40 euro al mese non può tirar fuori 15 mila euro. Io vedo un piano di rientro ultrannuale, che dia la possibilità a chi lo voglia di rimettersi in carreggiata. Bisogna capire caso per caso e affrontarlo con buon senso. I 3.300 alloggi occupati, in parte sono in mano a organizzazioni criminali e su quelle dico tolleranza zero senza se e senza ma, lavoriamo con questura e prefettura. Le nuove occupazioni sono quasi tutte straniere. E infatti la richiesta di alloggio di stranieri è in calo perché tanto occupano».

La situazione a San Siro?

«Critica. Io faccio visite giornaliere o almeno settimanali nei quartieri. Tutti chiedono sicurezza, in zone in mano a criminalità imperante, con spacci e delinquenze varie. A San Siro serve l'esercito, una presenza vera, non solo la camionetta. Lo Stato deve riappropriarsi del suo territorio».

E il caso di via Bolla?

«Ancora peggio. La novità sono gruppi di nomadi che hanno un'usanza: chi ha ottenuto alloggi fa da riferimento per i camper con una rotazione che rende impossibile verificare chi ci sia dentro un alloggio. Aler può arrivare fino a un certo punto, gli ispettori vengono malmenati, io non posso buttare fuori i delinquenti e passo per chi non fa niente».

Le altre istituzioni, sono sensibili al problema?

«Ni, per la burocrazia soprattutto. Quando ci sono minori, spesso usati come scudo, o donne in stato apparentemente interessante: si sono attrezzati e le forze dell'ordine hanno le mani legate. Dico a prefetto e questore che è necessario arrivare a un giorno in cui tirare una riga, cioè dire basta e dal quel momento non tollerare più nessuna nuova occupazione abusiva».

Coi milioni di morosità «colpevole» e senza le tasse legate alla vostra natura giuridica cambierebbero le cose per le manutenzioni?

«Certo, 55 milioni...

Oggi spendiamo 100 milioni all'anno, sarebbero il 50% in più. Poi sento anche parlare dell'1% del bilancio regionale. Io spero molto in questo referendum sull'autonomia che permette rà di trattenere più risorse. In 5 anni con un miliardo potremmo fare tante cose».

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