Spari in cortile per gelosia È caos nelle case popolari

In città scoppia l'ennesimo episodio di violenza Ferito un uomo per un tradimento. Inquilini in strada

Ha insidiato la donna all'uomo sbagliato, un albanese che ha poco gradito le attenzione del vicino di casa e deciso di affrontarlo armato di pistola. I due sono scesi nel cortile del condominio per un «chiarimento» concluso a pistolettate. Scattato l'allarme, un'ambulanza ha poi raccolto e portato in ospedale Alessandro C., 42 anni, con un buco alla gamba destra. Brutta ferita ma non dovrebbe morire. I carabinieri, raccolte le prime indicazioni, sono saliti in casa dell'albanese, trovandola però vuoto. Ora l'uomo è attivamente ricercato, anche se è convinzione degli investigatori che non sia andato molto lontano e presto possa essere arrestato con l'accusa di tentato omicidio.

Via Quarti 26, soliti grigi e tristi palazzoni dell'Aler, costruiti a ridosso del parco delle cave. Tra i residenti tante brave persone, ma anche tanti balordi, delinquentelli comunque di mezza tacca, topi d'auto o d'appartamento. Come appunto Alessandro C. finito l'ultima volta in galera il 6 gennaio dopo un colpo in un'abitazione. Processato, rilasciato è tornato nel suo alloggio dove ha anche continuato, nonostante abbia famiglia, a fare il cascamorto con la vicina. Attenzioni che non sono state propriamente gradite dal marito, altro pregiudicato per reati contro il patrimonio, che ha deciso di affrontare il rivale a muso duro. E si sa che gli albanesi, nel loro antico codice d'onore certe cose spesso le definiscono a colpi d'arma a fuoco.

E così è andata a finire anche l'altra sera. Dopo una breve discussione, lo straniero ha tirato fuori una pistola e sparato diversi colpi, forse volutamente alle gambe, uno dei quali ha centrato Alessandro C. alla coscia destra. Poi senza perdere tempo è salito in casa, ha preso la moglie, raccolte le cose essenziali ed è sparito. Pochi minuti dopo arrivavano i carabinieri.

La segnalazione di una sparatoria ha ovviamente determinato un intervento in forse, sei gazzelle. I militari hanno trovato una certa concitazione nello stabile ma in breve hanno avuto indicazioni sufficienti per andare a suonare alla porta dello sparatore. Ovviamente mitra in mano e giubbotto antiproiettile addosso. Ma dell'albanese, come detto nessuna traccia. Sicuramente si sarà rifugiato a casa di qualche parente o amico, in attesa che si calmino le acque. Ma verrà sicuramente acciuffato nel giro di giorni, se non ore.

Su di lui pende infatti l'accusa di tentato omicidio. Nel frattempo il ferito finiva a Niguarda, il buco nella gamba era piuttosto serio, ma non dovrebbe correre pericolo di vita. Dovrebbe cavarsela con qualche giorno di ospedale.

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