Tour sulle colline del Gavi terra di leggende e vini Docg

A neppure un'ora da Milano un luogo straordinario che risente di tradizioni liguri, tra vigne e roccaforti

Roberto Perrone

È una terra di leggende e tradizioni quella ci regala i tre vini più a Sud del Piemonte, il Gavi DOCG, l'Ovada DOCG e il Dolcetto di Ovada DOC. Tre vini, due vitigni (Cortese e Dolcetto) che rappresentano le diverse anime dell'Alto Monferrato, l'area geografica del Piemonte più vicina al Mar Ligure. Siamo nell'Oltregiogo, dove il vento marino sibila tra i filari. Il Gavi stava sulle tavole della grandi famiglie genovesi, Doria, Adorno, Grimaldi. Tutti armatori. Quindi, già dal XVIII secolo da Genova il Gavi partiva alla conquista dei mercati internazionali. Ancora oggi l'ottanta per cento delle sue 13 milioni di bottiglie finisce all'estero. Gli influssi liguri non si sentono solo nella freschezza e nella mineralità dei vini, ma anche nel cibo dove, ai classici piatti piemontesi, si alternano le focacce (a Gavi sostengono di farle meglio che a Genova), le farinate, le acciughe, le torte di verdure.

La porta di questo territorio è Serravalle Scrivia. Gavia, figlia di Clodomiro re dei Franchi, nel VI secolo D.C. non disponeva di una comoda uscita sull'autostrada A7, però aveva una grande forza di volontà. Secondo la leggenda, Gavia si sposò contro il volere del padre e per sfuggire ai suoi soldati si rifugiò in questo territorio, ottenendone la potestà dalla regina dei Goti, Amalasunta. Tracce del suo grande amore rimangono nel nella più antica via di Gavi, «Monserito» (da mon cheri). La «cortese» principessa avrebbe dato il nome sia al paese sia al vino. Tra queste colline, ai nostri suggerimenti, ne potete aggiungere altri, seguendo il lato sportivo-naturalistico (trekking, running, passeggiate nel Parco delle Capanne di Marcarolo) o quello artistico-archeologico, dal sito di Libarna a fino al Forte di Gavi.

Ma prima entrare nella cittadina, eccoci al ristorante la Gallina del Villa Sparina Resort, tra i vigneti di Monterotondo, regno di una delle etichette più famose del Gavi. Alla Gallina si passa dalla mano libera del cuoco (anguilla laccata al Gavi, bietole) alla pura tradizione piemontese (agnolotto secondo la tradizione, vitello tonnato).

Arrivando al paese ecco lassù il Forte, un tempo baluardo difensivo del confine Nord della Repubblica di Genova. Più volte attaccato, dopo l'assedio dell'esercito franco-sabaudo di Carlo Emanuele I nel 1625, la Superba incaricò l'architetto Vincenzo da Fiorenzuola di trasformarlo nel possente maniero che ancora oggi protegge l'abitato.

Arrivando all'ora di colazione, inevitabile una sosta al bar pasticceria Traverso per una tentazione da soddisfare subito, come le strepitose brioche, o da portare via, come gli amaretti morbidi, passione di Fausto Coppi e di Gilberto Govi, preparati secondo una ricetta segreta del 1780. Pranzo al ristorante Cantine del Gavi: battuta di bue con la giardiniera e un risotto al Gavi, doverosamente.

Facciamo una deviazione verso l'Appennino, a Voltaggio. Qui, al panificio Carrosio le influenze zeneisi sono evidenti, nel pane e nella focaccia (anche con l'uvetta e i semi di canapa), ma anche negli yogurt del caseificio Val d'Aveto. Ogni borgo d'Italia nasconde segreti: A Voltaggio c'è una splendida collezione di opere d'arte (dipinti di Bernardo Strozzi, Sinibaldo Scorza, Luca Cambiaso a tanti altri) custodite nella Pinacoteca dei Frati Cappuccini. Le raccolse, nel 1870, padre Pietro Repetto.

Ovada sorge sulla confluenza tra lo Stura e l'Orba, circondata da colline ricoperte di vigneti e boschi di castagni e roveri, buoni per andare a funghi, ma anche per passeggiate che incentivano l'appetito. Lo possiamo soddisfare con i ravioli al tocco della Pignatta in Enoteca o con il brasato al Dolcetto di Ovada con patate al forno dell'Archivolto, osteria nostrale.

Tra le mete più suggestive del territorio c'è Rocca Grimalda con il suo castello. Il paese sorge su di un pianoro a strapiombo sull'Orba. Dalla terrazza del Belvedere Marconi si gode di una spettacolare vista di Ovada e dei paesi del circondario.

Profumi intensi ci avvolgono e già la nostalgia s'affaccia, anche prima del ritorno.

Per mitigarla, nell'attesa di riprendere la via di casa, ci fermiamo al Moro, a Capriata d'Orba: tagliolini ai funghi porcini, salamini di vacca alla griglia con patate al rosmarino e bonet con zabaione. E la nostalgia è meno canaglia.

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