Troppi soldi all'Asilo Mariuccia «Non dovuti quei 600mila euro»

Troppi soldi all'Asilo Mariuccia «Non dovuti quei 600mila euro»

Non era poi messa tanto male, la Fondazione Asilo Mariuccia. Quando - ormai due anni fa - il suo presidente (ormai ex) Valter Espedito Izzo bussò alle porte della Regione per chiedere un contributo straordinario lamentando un bilancio gravemente in rosso, lo fece in realtà senza che ce ne fosse un reale bisogno. Per questo, ieri, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno eseguito il sequestro dai conti dell'Asilo dei 600mila euro versati a suo tempo dal Pirellone all'Istituo di via Moisè Loria. Perché - si legge nel decreto firmato dal gip Annamaria Zamagni - la Fondazione aveva un «patrimonio netto» di circa 11 milioni di euro, titolo di Stato per circa 1 milione e «disponibilità liquide» per oltre 2 milioni. Insomma, era bel lontana da qualunque emergenza finanziaria. È vero, c'era di una «effettiva passività» a bilancio, ma di soli 355mila euro. E dunque la «richiesta» di «contributo regionale» non era giustificata dalla «situazione economica» dell'istituto.
E in effetti, qualcosa avevano capito anche in Regione, parte offesa nel procedimento. Nel marzo scorso - dopo che si era diffusa la notizia dell'inchiesta della Procura - al Pirellone erano andati a spulciare i conti della Fondazione, ora indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti per i reati commessi dai propri dipendenti. E una relazione della «Presidenza della Giunta Regionale, Unità operativa sistema dei controllìi» concludeva che «probabilmente un'istruttoria più attenta al dato contabile avrebbe potuto mettere il Decisore politico nelle condizioni di meglio orientare il proprio intervento». I cordoni della borsa, in altre parole, dovevano restare chiusi.
Ma che fine hanno fatto quei soldi? È qui che era entrato in scena l'ex presidente Izzo, inizialmente finito sotto inchiesta per truffa aggravata, reato ora modificato in indebita percezione di contributi pubblici. Izzo, secondo il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il pm Tiziana Sicialiano - avrebbe dirottato quei 600mila euro per ristrutturare un immobile in via Porpora dato poi in locazione (per 36mila euro il primo anno, per 18mila il successivo) alla Esae, un'altra fondazione con sede in piazza Castello, di cui Izzo è stato presidente fino al 20 dicembre scorso, e tra i cui membri del comitato di indirizzo figurano anche la stessa Regione, la Provincia, il Comune, la Prefettuta e la Diocesi. Una società, la Esae, che svolge «Indagini quantitative e qualitative - è spiegato nella pagina web - per la comprensione dei fenomeni sociali ed economici e la rilevazione dei bisogni e delle domande sociali», e «attività di consulenza a supporto dell'azione delle Pubbliche amministrazioni». Gli investigatori, inoltre, si erano interessati anche a un'altra pista, destinata però alla prescrizione. La Fondazione - che non ha scopo di lucro e dal 1902 si occupa dell'educazione di bambini «difficili» e dell'assistenza alle madri in difficoltà - vive anche delle molte donazioni fatte dai milanesi. Una di queste, nel 1997, aveva portato nel portafoglio immobiliare dell'Asilo Mariuccia un palazzo da 36 appartamenti al civico 20 di via Pacini (arteria tra piazza Piola a Lambrate).

Secondo l'esposto da cui è partita l'indagine - una denuncia anonima ma ritenuta credibile degli inquirenti per la precisione con cui faceva riferimento a date, luoghi e circostanze - nel 2003 uno degli appartamenti di quell'edificio sarebbe stato dato al figlio di Izzo come nuda proprietà, e poi girato in usufrutto a sua madre: tre locali più servizi da 100 metri quadrati, venduto per 87mila euro da Izzo senior a Izzo junior.

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