Ucciso a coltellate dopo una lite, fermato marocchino

Le manette a un ventisettenne sospettato dell'omicidio nella casa di via Marco d'Agrate

Ucciso a coltellate dopo una lite, fermato marocchino

Il fermo per omicidio volontario è scattato nella notte tra sabato e domenica. Era però sotto torchio in questura già da ore il responsabile dell'assassinio del giovane nordafricano ucciso sabato mattina con due coltellate in un appartamento-dormitorio al Corvetto, al quarto piano di via Marco D'Agrate 21. Si tratta di un marocchino di 27 anni che gli investigatori della squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì, avevano individuato al loro arrivo sul luogo dell'omicidio, perché aveva gli abiti sporchi di sangue. Così lo hanno bloccato subito, non appena l'hanno notato uscire dallo stabile insieme alla compagna, una connazionale incinta al settimo mese, mentre stavano cercando di allontanarsi dopo il delitto.

La premessa del fatto di sangue nasce qualche ora prima a Broni, nel Pavese, fuori da un locale. Dove l'assassino e la vittima (che, trovata priva di documenti, al momento resta ancora senza nome) intorno alle 3 s'incontrano e litigano animatamente, attirando l'attenzione di molte persone. Ma non finisce lì: la vittima infatti raggiunge il marocchino nella sua casa di Milano, al Corvetto e tra i due stavolta scoppia una vera e propria piazzata che non può non attirare l'attenzione dei vicini: sono loro infatti a chiamare la polizia, allarmati anche dalle urla della donna incinta. I motivi dell'alterco, come aveva già spiegato la polizia sabato, sono sicuramente di natura economica. Che si tratti di un debito di droga o di un posto letto che il marocchino avrebbe promesso al morto proprio nell'appartamento di via Marco D'Agrate, per poi negarglielo, resta ancora un mistero. Una discreta parte nell'intera questione però l'ha giocata di sicura l'alcol, visto che sia l'assassino che la vittima pare avessero bevuto parecchio. Se i due fossero anche sotto l'effetto di sostanze stupefacenti è un particolare che verrà appurato con l'esito degli esami tossicologici.

Durante le indagini in questura è finito anche un altro marocchino, un ventenne irregolare che, al momento dell'omicidio, si trovava nell'appartamento. E che è stato portato poi al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di via Corelli.

La Scientifica attende ora i risultati dell'Afis (ovvero il sistema automatizzato di identificazione delle impronte digitali) che però finora non ha dato risultati.

Sembra che il giovane nordafricano ucciso non sia mai stato identificato durante un controllo e che non avesse precedenti di polizia a proprio carico. Secondo una identità ricostruita a tavolino e compatibile con il soggetto, potrebbe trattarsi di un marocchino 22enne con permesso di soggiorno spagnolo.

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