Yarmolenko: "Aiutateci a ricostruire Bucha"

La consigliera della città ucraina sul palco: "Questo il mio modo di fare la Resistenza"

Yarmolenko: "Aiutateci a ricostruire Bucha"

«Questo intervento, qui con voi, è il mio modo di essere partigiana. La mattina del 24 febbraio mi sono svegliata come in Bella ciao, con Putin che attaccava l'Ucraina». Lo ha detto Iryna Yarmolenko, consigliera comunale di Bucha fuggita dall'Ucraina, dal palco allestito in piazza Duomo. A sugellare le due resistenze, quella del popolo italiano 77 anni fa e quella del popolo ucraino adesso, il Comitato permanente antifascista che ha organizzato le celebrazioni per la manifestazione.

«Io e il mio team abbiamo iniziato una guerra informativa: chiediamo aiuto. Abbiamo lanciato una campagna per la ricostruzione sostenibile delle città ucraine: stiamo cercando esperti, artisti, urbanisti, architetti, designer, qualcuno che raccolga fondi. Quindi aiutateci. Questo è un altro modo in cui l'Italia può aiutare l'Ucraina». Yarmolenko ha sottolineato poi come ci siano diverse modalità di resistenza: «Gli insegnanti che insegnano nei bunker sotto il suono delle sirene e la minaccia delle bombe. I sindaci, gli assessori, i businessman, gli agricoltori che stanno cercando di mandare avanti le città in guerra».

Ripercorre la storia dei rapporti conflittuali tra Russia e Ucraina Tetyana Bandelyuk, cittadina ucraina che da anni vive a Milano, dal palco di piazza Duomo: «Il conflitto in Ucraina va avanti da otto lunghi anni, con i riflettori del mondo occidentale spenti». «Dopo la caduta dell'Unione Sovietica con un referendum abbiamo scelto di tornare alle nostre origini. Abbiamo scelto la strada europea e i valori della democrazia. Questo non è mai stato accettato dalla Russia, da 22 anni sotto il regime autoritario di Putin», ha continuato. «Quando nel 2013 il presidente Yanukovych ha fermato il percorso di avvicinamento all'Europa il popolo è sceso pacificamente nelle piazze ucraine: ha subito repressioni ma non si è arreso. Nel 2014, la Russia, approfittando della crisi di governo, ha annesso la Crimea e ha appoggiato le minoranze separatiste in Dombass. L'Ucraina si è difesa dall'aggressione ma non è riuscita a liberarsi dall'occupazione russa. Il 24 febbraio l'Ucraina è stata attaccata, senza dichiarazioni di guerra.

La storia ci riporta al 22 giugno 1941 quando Hitler bombardò Kiev. Ci siamo svegliati in un incubo». «La guerra va fermata - conclude Bandelyuk - ma non con una resa incondizionata del popolo ucraino. Il messaggio di questa piazza è chiaro».

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