Un milione sospetto alla coppia Fini-Bocchino

L'indagine dei pm di Napoli: è stato interrogato l’ex consigliere della Margherita che parla del contributo dell’imprenditore Romeo ad An. I soldi usati per ammorbidire il partito e ottenere il sì per l'appalto "Global service". Capogruppo Fli e manager negano. Fonte della denuncia un assessore morto suicida

Un milione sospetto alla coppia Fini-Bocchino

Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

Roma - La bufera giudiziaria che soffia su ogni angolo di politica italiana non risparmia l’asse portante del neonato Futuro e libertà.
E così, adesso, proprio nel giorno di apertura del congresso del Fli, anche Gianfranco Fini e Italo Bocchino finiscono nel tritacarne mediatico-giudiziario. Su di loro la procura di Napoli sta indagando, con il pm Giancarlo Novelli, in seguito alle dichiarazioni di un ex consigliere comunale partenopeo della Margherita.
La storia, che Il Giornale ha raccontato alla fine di dicembre, è quella di un presunto finanziamento da un milione di euro che sarebbe passato di mano tra l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e il capogruppo alla Camera di Fli, Bocchino, durante una gita in barca. Bocchino, poi, avrebbe dovuto far pervenire la somma al leader dell’allora Alleanza nazionale, Fini. Scopo del presunto doppio passaggio sarebbe stato da un lato ammorbidire l’opposizione di An in consiglio comunale per una delibera a cui Romeo teneva, e dall’altro aiutare Bocchino a rientrare nelle grazie del capo.
Della circostanza sarebbe stato a conoscenza Giorgio Nugnes, ex assessore in quota Margherita con la Iervolino, coinvolto nell’inchiesta sugli scontri per la discarica a Pianura, poi nella nascente inchiesta «Magnanapoli» (quella sul presunto sistema corruttivo tra politica e imprenditoria, messo in piedi secondo la procura proprio da Romeo per approvare la delibera di manutenzione «Global service» a cui l’imprenditore mirava).
Nugnes resterà fuori dall’indagine, che peraltro si è conclusa con una raffica di assoluzioni, togliendosi la vita. Ma prima che l’inchiesta deflagrasse, quando ancora la giunta partenopea lavorava alacremente per assicurare il via libera al Global service, proprio Nugnes nel corso di un incontro politico a cena, con amici e collaboratori, avrebbe appunto spiegato che l’approvazione del provvedimento non sarebbe stato ostacolato da An. Tra i presenti, l’ex consigliere comunale Mauro Scarpitti. È proprio lui che ha riferito che Nugnes accennò a un incontro in barca tra Romeo e Bocchino, finalizzato a ottenere rassicurazioni sul comportamento del gruppo consiliare di An. E l’ex assessore avrebbe anche accennato a un contributo «cospicuo», quantificato in un milione di euro, finalizzato a un riavvicinamento tra Bocchino e Fini, che Romeo avrebbe erogato all’amico politico nel corso della navigazione nel Golfo di Napoli.
Notizia doppiamente delicata. Sia perché arriva de relato da un morto, che dunque non può confermare, sia perché smentita al Giornale sia da Romeo che da Bocchino. L’imprenditore ha sostenuto di non aver mai conosciuto Scarpitti, e soprattutto ha negato di aver mai dato soldi a Bocchino. Il politico ha tagliato corto, definendo «cazzate» le affermazioni dell’ex consigliere, e ribadendo di non aver preso soldi da Romeo, che «non credo nemmeno abbia una barca».
Scarpitti del contenuto di quel racconto si dice però più che certo. Tanto da averne informato la procura di Napoli già lo scorso dicembre. E una decina di giorni fa, la procura ha risposto. Convocando l’ex rappresentante locale della Margherita per confermare a verbale quanto dichiarato nella memoria.
A indagare su quel contributo, e a cercare gli eventuali e doverosi riscontri, c’è il pm Novelli. Che adesso, non potendo interpellare sul punto Nugnes, dovrà cercare risposte alla storia che Scarpitti gli ha confermato punto per punto, cifra per cifra. Facile immaginare che, oltre ad ascoltare gli altri testimoni presenti alla cena, citati dal consigliere, gli inquirenti napoletani seguano la pista dei soldi. Se il «contributo» da Romeo a Fini tramite Bocchino c’è effettivamente stato, quella somma deve aver lasciato una traccia. Un milione di euro non si sposta inosservato, e accertamenti bancari e finanziari, per tentare di ricostruirne sia l’esistenza che il flusso, sono probabilmente la prossima attività che i magistrati napoletani hanno messo in calendario.


Ma nel verbale di interrogatorio, che il pm avrebbe segretato, Scarpitti avrebbe aggiunto alla vicenda del milione di euro destinato ai vertici dell’ex An anche altre rivelazioni, che indiscrezioni della procura definirebbero «scottanti», senza però aggiungere nulla sul tema trattato. Scarpitti, interpellato dal Giornale, non racconta nulla del suo faccia a faccia con il magistrato partenopeo, limitandosi a confermare la convocazione e l’interrogatorio di fine gennaio.

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