da Roma
Io l’ho già vista... in Transatlantico, intendo.
«Ah sì, una volta sono venuta con Sgarbi, ed è successo un putiferio».
È lì che Milly D’Abbraccio s’è innamorata della politica? Oggi la ritroviamo candidata al Comune di Roma nella lista dei socialisti.
«Da sempre sono convinta di essere adatta alla politica, ne parlavo spesso con Sgarbi e lui mi diceva “perché non provi”. All’epoca però, mi sembrava una cosa prematura. Oggi sono convinta».
C’era già il precedente di Ilona Staller, poteva lanciarsi subito.
«Non c’entro niente con lei, abbiamo storie diverse, estrazioni diverse. Lei è cresciuta in Ungheria, io in Italia. Ho un’altra visione della vita, non pensa?».
L’onorevole Cicciolina chiedeva consigli ad Andreotti. Lei a quale mentore s’appoggerà?
«Qualcuno del mio partito, immagino. Grillini è l’ideale, perché è laico, intellettuale, presidente dell’Arcigay, e in qualche modo rappresenta la diversità»
Sgarbi dice che lei ha sempre avuto la vocazione del capopopolo.
«Ah sì? Che carino. Stando con lui ho imparato molto, però è vero: io sono un ottimo condottiero».
Non teme l’ironia, “ancora una pornodiva”?
«Come donna e come attrice ho sempre avuto insofferenza dei marchi. Vorrei un’Italia libera dalle etichette: la pornoattrice, il travestito, il gay, il prete... Dobbiamo imparare a vedere la sostanza delle persone».
S’immagini già sul Campidoglio: qual è la sua prima proposta?
«Sono cresciuta con le femministe, sono una single incallita, ed è il mondo femminile che mi interessa. Entro in politica seppur dalla porta di servizio, sperando di fare passi avanti. Anche per diventare Milly D’Abbraccio ho seguito una mia politica, che ha funzionato».
Questo sembra proprio l’anno delle donne, anche Berlusconi ne candida tante e attraenti.
«Non vorrei dirne male, ma sono belle ragazze sconosciute, col solo merito di piacere a Berlusconi».
Proporrà la «città dell’amore» a Roma, immagino.
«Roma è indietro rispetto ad altre capitali europee. È vero, qui c’è il Vaticano, ma una love city si dovrebbe fare: un centro commerciale alle porte di Roma con un mondo per adulti, ma niente di sporco o volgare, piuttosto una espressione di vera libertà sessuale. Ma le pare che i nostri figli, io ne ho uno di 20 e uno di 14, debbano volare ad Amsterdam per vedere le ragazze in vetrina?»
Farà comizi-spettacoli, per la campagna elettorale?
«Ne sto parlando con Riccardo Schicchi, per organizzare spettacoli-assemblea, diciamo così: show, party, cose del genere».
Ed è Schicchi che le propone lo slogan «vota Milly, lei sì che te la farà vedere»?
«Gli ho detto che mi sembra esagerato, trovo più tranquillo: vota Milly, una donna coraggiosa che mette a nudo le cose».
L’ultimo titolo nella sua filmografia è «L’educatrice», ma c’è pure «L’onorevole». Un film profetico?
«Bravo, vedendo quel film tutti potrebbero constatare quanto io sono brava e come bene potrei fare la presidente della Camera, quella vera, non la camera da letto. Mi sono calata nei panni, immaginandomi una Pivetti un po’ più piccante».
Ammette di essersi rifatta il seno. Solo quello?
«Solo quello; e capirà, ho avuto due figli... Per il resto è tutto naturale, sono così da quando avevo 13 anni. Tale quale, soltanto un po’ più lievitata di seno».
Quanti voti conta di prendere?
«Spero tanti».
Tanti quanto?
«Se clicca sul mio sito, appena entra può vedere gli ingressi: dal 2006 ad oggi sono entrate più di 690 mila persone. Non per dire, ma potrei anche diventare presidente della Repubblica».
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