Il ministro nel polverone

Anche per il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, c’è un pettine e ci sono anche i nodi. Sul famoso tesoretto, che sarebbero i soldi in più che sono entrati l’anno scorso con le tasse, ha lasciato che si scannassero un po’ tutti: Rifondazione, Verdi, Comunisti italiani, Cgil e compagnia cantante. Tutti hanno detto la propria. Tutti hanno detto il contrario degli altri. Da ultimo il professor Prodi ha detto che avrebbe alzato le pensioni minime. E invece delle pensioni Padoa-Schioppa ha alzato un gran polverone. Ha detto che di tutte le circa 50 soluzioni per spendere questo benedetto tesoretto non se ne parla neanche di una. Il tesoretto va usato per ridurre il deficit, e dunque il debito dello Stato. Il nostro Zarathustra dell’economia ha parlato.
A pensar bene si potrebbe dire che lo abbia fatto perché, dopo aver predicato bene per anni e anni (da ultimo alla Banca centrale europea), ora non può razzolare male. Ci perderebbe in una botta la faccia, la stima internazionale, la credibilità di esperto economico, l’autorevolezza di saggista internazionale. E dunque non può. Ma noi, che siamo un po’ maligni, vorremmo anche porre un’altra ipotesi. Non sarà mica che il buon Padoa-Schioppa si stia rendendo conto che questo governo, almeno come credibilità, è alla canna del gas? E quindi, prima di respirare anche lui quel gas, passa la canna al presidente Prodi? Chissà. Certo l’ipotesi è credibile.
C’è anche una novità. Da ieri il presidente Prodi prende i fischi anche quando non c’è. Siamo al fischio in contumacia. Il povero Professore non può mai star tranquillo. Ieri è stata la volta della Confcommercio. Certo Prodi, Visco e i commercianti non si amano. Il problema è che i fischi non li hanno presi solo dalla Confcommercio, ma li hanno presi anche dalla Confesercenti che, come è noto, è l’associazione più vicina al centrosinistra. Dunque: fischi in contumacia e fischi super partes. Fischi dappertutto. Di fronte a questi fatti possibile che Prodi e Visco continuino a pensare che abbiano loro tutte le ragioni e gli altri tutti i torti? Possibile che tutti i commercianti italiani siano una banda di truffatori? Qualche mela marcia ci sarà, come c’è dappertutto. Ce ne saranno anche tante. Noi siamo abituati a non prendere per oro colato nulla da nessuno.

Ma possibile che non si pongano il problema che la parte produttiva del Paese ormai ha deciso di mettere questo governo tra le poste passive del proprio bilancio?
Il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, ha risposto dicendo che «la politica che cerca solo applausi mi fa ribrezzo». Non si deve preoccupare. Ad oggi non corre questo rischio.
Tommaso Padoa-Schioppa se n’è reso conto e, come si direbbe al poker, ha messo un fermino.

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