“Ho cercato la bellezza nella varietà dei corpi”, dice Pierpaolo Piccioli subito dopo l'emozionante sfilata dell'alta moda di Valentino per la primavera/estate 2022. In passerella, nella storica sede parigina del marchio in Place Vendome, si sono viste 64 persone di ogni taglia, colore, prestanza fisica, sesso ed età: un campionario di varia umanità che non contempla il macchiettistico, l'ineleganza e la volgarità. Anzi, a ogni corpo viene data la stessa dignità rompendo l'ultimo tabù tra essere e apparire.
Per realizzare questa collezione, che non a caso si chiama “Anatomy of couture”, Piccioli ha dovuto superare grandi difficoltà. “In atelier – racconta – siamo abituati a far le prove sulle modelle della casa per poi adattare il modello alle misure delle clienti. Stavolta abbiamo fatto il procedimento inverso e non è stato per niente facile”. In effetti si fa presto a costruire un trionfo di pizzi e volant su una longilinea di 18 anni, che non ha neanche un filo di grasso dove non serve, ma nei punti cruciali tipo busto e lato B ha delle piacevoli rotondità.
Invece infilare una Venere callipigia come Jill Kortleve (la più bella top model curvy del momento) in un trionfo di chiffon e taffeta, senza farla sembrare un personaggio felliniano, è un'impresa quasi eroica soprattutto se sei il direttore creativo di un marchio come Valentino, che ha sempre considerato la perfezione e lo chic come il minimo sindacale.Si dice che Monsieur Valentino facesse cucire una striscia di seta sotto alle cinture dei cappotti a vestaglia per far sembrare ancora più sottile la vita delle sue magrissime modelle. A una domanda sull'eleganza si sua madre rispose: “Non era magra, ma si sapeva aggiustare”. Eppure la sua ossessiva ricerca di bellezza e perfezione si ritrova anche in questa sfilata che comincia con Kristen McMenamy, la leggendaria top model musa di Peter Lindberg che negli anno Ottanta veniva chiamata “Skeleton” per la sua incredibile magrezza, ma che adesso, a 58 anni suonati, è divina con un miniabito nero dal profondo scollo a cuore e le autoreggenti a vista. Poi arriva un'altra gloria del passato, Marie Sophie Wilson, che ha 60 primavere alle spalle e una classe da far paura con la gonna totalmente incrostata di cristalli luminescenti, una blusa monacale e un bel taglio sbarazzino per i capelli argentati. Gli uomini sono tutti giovani e un po' spaesati tra queste incredibili bellezze: la burrosa Lara Stone che stavolta ricorda una statua del Canova, l'incredibile Mariacarla Boscono che conserva un corpo da bambina e un viso intenso da donna, amante e madre, Adut Akech che è una scultura in ebano e via così.
I colori dei capi sono magnifici: Piccioli è un vero maestro negli abbinamenti di rosso e rosa, cioccolata e verde chartreuse, blu royal e nero. Pare ci siano voluti 22.000 metri di nastro in crinolina per creare la silhouette. Invece un modello che sembra di chiffon arancio è in realtà è fatto di taffeta, perché in questa couture inclusiva è tutta una storia di forme e proporzioni, d'infinitamente piccolo sul molto grande o viceversa, e di tessuti secondo i casi elastici o sostenuti.
Niente è lasciato al caso, a cominciare dalla musica creata da Anohni con la sublime voce di Antony & the Johnsons. Sulle scale, che in un certo senso fanno da backstage alla sfilata, Pierpaolo viene accolto con un'ovazione dalle modelle. Alcune piangono come fontane, soprattutto le curvy che per la prima volta hanno avuto pari opportunità di glamour con le magrissime, come Violetta Sanchez, che è stata la house model di Yves Saint Laurent, poi la prediletta di Franco Moschino. Anche per lei forse ieri è finita l'epoca in cui la moda ti fa sentire imponderabile in un mondo di pesi, smisurata in un universo di misure.
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