La modernità regna nel castello di Pianegonda

Il più innovativo creatore di gioielli abita circondato da mobili e arredi firmati da grandi architetti

Antonello Mosca

Franco Pianegonda è leader, cuore e mente creativa di un'azienda che sta cambiando radicalmente le regole del mondo del lusso e del gioiello. La sua è sperimentazione, combinazione e provocazione, con l'impiego di argento, pelle, oro, pietre naturali e brillanti. L'energia creativa del designer vicentino ha reso possibile una crescita esponenziale e l'affermazione del brand nel giro di una vera manciata di tempo. Un marchio distribuito nelle più importanti città italiane ed europee che si apre in questi mesi davvero nei più prestigiosi punti di vendita in tutto il mondo. Tutto ciò che è design e ricerca naturalmente fa parte dei suoi interessi e la casa forse non è altro oggi che un contenitore di questi valori. «È proprio così - sottolinea Pianegonda - e quindi diventa un argomento che mi coinvolge e mi appassiona. Credo che essa rappresenti la nostra interiorità portata all'esterno e mi fa pensare ad una sorta di viaggio, attraverso la nostra vita e la nostra esperienza... una stanza bianca che prende vita e racconta le tracce dei nostri percorsi».
Quindi la casa parla solo di lei.
«Credo sia così, mi piace sentirmi circondato dai miei gusti, dalle cose che preferisco, in maniera cosmopolita e globale, ma con forti e appassionate radici nella nostra cultura italiana». C'è uno stile cui è particolarmente legato?
«Se dovessi pensare ad uno stile del passato direi di no, ma direi di no anche con l'ormai abusato, monotono e impersonale minimalismo, e allora viva uno stile essenziale e pulito, senza inutili fronzoli ma con caratteristiche ben precise».
La sua è una casa abbastanza particolare.
«È un palazzo di epoca medioevale, con un grande torrione centrale, dove ho sistemato il mio studio, un luogo intimo e personale, un rifugio per rilassarmi, con divano, stereo e Tv».
E il suo soggiorno?
«È un ambiente arredato in maniera essenziale, con un numero limitato di mobili moderni, firmati da architetti importanti; che ho scelto con la mia compagna. Anche gli apparecchi stereo e televisivi hanno questo design pulito e contemporaneo. Il rigore della stanza, che però gode di uno splendido soffitto affrescato, è riscaldato da un grande camino. In questo spazio destinato anche agli ospiti ho tradotto il concetto guida delle mie scelte in materia di arredo: i mobili non devono invadere lo spazio, che deve invece avere come protagonisti le persone che lo vivono e lo animano».
Quindi anche la camera da letto si lega a questi principi.
«Certamente, anche qui essenzialità e spazio vivibile, così un grande, comodo e morbido letto, due cubi a far da comodini, televisore e tanti libri sparsi un poco ovunque».
E la cucina?
«Costruita per essere funzionale e moderna, un corso ad isola centrale realizzato in pietra basaltina, e tutt'attorno i mobili, nella stessa tonalità di bianco delle pareti, in modo che essi appaiano poco invasivi. C'è insomma un concetto di pulizia spaziale».
Come creatore di gioielli siete stato creatore anche di mobili?
«Sì, ho disegnato il camino della zona giorno e la vasca da bagno della mia camera da letto. Entrambi in pietra, dalle linee rigorose, e credo che rappresentino bene il mio stile e il mio tratto. Ma da appassionato e curioso sono anche intervenuto nelle fasi di ristrutturazione e nei dettagli di tutta la casa».
Da spettatore e da consumatore, cosa ne pensate di quanto offre oggi il mercato dell'arredo?
«Credo che la filosofia della società contemporanea si possa leggere molto bene in questo settore.

Esistono due filoni ben precisi: i pezzi di alta qualità e il design d'autore e dall'altra quello che chiamerei lo stile “Ikea”, dove regna il design accessibile e democratico, a buon prezzo».
Ma vedo però nella sua casa, anche se regna il rigore, qualche pezzo d'antiquariato.
«Sono pezzi collocati per un giusto equilibrio tra passato e presente, scelti e di grande fattura».

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