Poche ore e ci siamo. La grande sfida biennale tra Europa e Stati Uniti è dietro l’angolo. Ultime prove del campo, ultime riunioni strategiche tra capitani e giocatori e poi «the show go on» con la cerimonia d’apertura giovedì alle 17. Sfilata dei giocatori in divisa (gli europei made in Italy, griffati Canali), i discorsi di rito, lo spettacolo che fa da contorno con la Zeta Jones nelle vesti di madrina e la grande Shirley Bassey che farà risentire la sua voce ineguagliabile.
Ma poi da venerdì mattina, dalle 8.30, si fa sul serio con i primi 4 doppi, in «quattro palle» e poi gli altri 4 pomeridiani in «foursome» e così anche venerdì per arrivare poi al gran finale di domenica con tutti e 24 i giocatori in campo, nei singoli, l’un contro l’altro armati per la conquista di quella coppa d’oro messa in palio nel 1927 dal munifico mercante di semi, Samuel Ryder. Una coppa che per i contendenti vale più di qualsiasi premio miliardario. Niente moneta in palio, solo l’onore della bandiera e la soddisfazione di far parte di una squadra e di partecipare a quello che è considerato uno degli eventi sportivi più importanti e seguiti al mondo se è vero, come è vero, che la televisione porterà la sfida in 650 milioni (!) di case.
Per noi italiani la Ryder divenne famosa nel 1993 quando Costantino Rocca si aggiudicò un posto tra i migliori 12 europei e lo mantenne anche nelle due successive, vittoriose, edizioni e con il grande bergamasco che nel 1997 portò un punto vitale battendo, in singolo, addirittura Tiger Woods.
Se ne parlò sui media nostrani ma sottovoce: Rocca era arrivato forse troppo presto. Oggi sarebbe un eroe anche da noi.
Stavolta è diverso. Stavolta in campo ci sono i «Fratelli d’Italia», Edoardo e Francesco Molinari. Stavolta c’è Sky che da lunedì sta dedicando 24 su 24 (Sport Extra) al golf e alla Ryder e che da giovedì trasmetterà tutta la sfida: oltre 35 ore di diretta (e le repliche). E poi, domenica, anche la «prima» in Italia, di un evento in 3D!
È la grande occasione per il golf italiano di farsi conoscere da un largo pubblico, di togliersi quella patina di snobismo che si porta addosso (anche per colpa di molti golfisti stessi!) e per la Federazione uno sprone a fare di più.
Chi alzerà la fatidica coppa domenica sera? Per scaramanzia non faccio pronostici. Il campo è in condizioni ottime, il suo disegno non è né troppo britannico né troppo americano. Il «twenty-ten» del Celtic Manor, in Galles, da questo punto premierà i migliori. I bookmakers danno fiducia all’Europa forse guardando anche alle previsioni meteo che danno tempo classico da oltre Manica.
Ma ci sarà soprattutto il valore umano a fare la differenza (le due squadre si equivalgono), oltre al pubblico di casa che spesso è il «tredicesimo» giocatore in campo. Perché la Ryder è soprattutto passione, sfida pura nel pieno rispetto della sportività e amore per la propria bandiera.È la 38° edizione: sarà ancora più esaltante delle precedenti soprattutto per noi italiani.
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