Quel vescovo che ha mediato tra i genitori di Alfie e il Papa

Caso Alfie Evans: la Chiesa cattolica in prima linea per far sì che il piccolo venga trasferito in Italia, ma in Gran Bretagna non sembrano sentire ragione

Quel vescovo che ha mediato tra i genitori di Alfie e il Papa

Alfie Evans è ancora a Liverpool, dove è stato dato inizio al protocollo di distacco della ventilazione. L'ennesima udienza, che si è svolta nella giornata di ieri, ha aperto alla possibilità che il bambino venga trasferito a casa sua, ma non in Italia. Il tempo tecnico affinché questo trasferimento venga messo in atto corrisponderebbe, secondo il parere dei medici, a 3-5 giorni.

Il governo italiano, nella riunione del Cdm svoltasi ieri, ha conferito al piccolo la cittadinanza italiana. Un provvedimento che pare teso a facilitare il viaggio che condurrebbe Alfie Evans e la sua famiglia al Bambin Gesù di Roma, dove altri dottori hanno detto di essere disponibili ad accoglierlo per continuare con le cure palliative e, in caso, a provare con nuovi test genetici. Disponibilità che è arrivata anche dal Gaslini di Genova. Anche la Chiesa cattolica, però, ha un ruolo all'interno di questa storia.

Papa Francesco ha parlato per quattro volte del caso di Alfie. E sempre il pontefice argentino ha ricevuto in udienza privata Thomas Evans, padre del bambino affetto da una patologia neurologica degenerativa non diagnosticata con precisione. Da quell'incontro in poi la Santa Sede si è mossa con fermezza. La segreteria di Stato del Vaticano ha fatto sapere a Mariella Enoc, presidente del Bambin Gesù, che il Papa vorrebbe che si facesse il possibile e l'impossibile per assecondare il desiderio dei genitori, cioè far continuare la vita di Alfie fuori dall'Alder Hey Hospital. La vicenda è molto complessa e sta tenendo col fiato sospeso il mondo.

Qualcuno, in realtà, ritiene che le mosse del Vaticano non abbiano avuto un grosso effetto. Sui social in molti stanno chiedendo al Papa di andare personalmente a Liverpool, di telefonare alla Regina Elisabetta e di mettere in pratica altre mosse diplomatiche affinché il bambino nato a Liverpool possa essere trasferito nel nosocomio della Santa Sede. Monsignor Cavina, vescovo di Carpi, sta tenendo i rapporti tra la famiglia Evans e la Segreteria di Stato. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha tuonato da Bruxelles dicendo:"Ai genitori di Alfie dico di continuare a lottare e a sperare". La Chiesa italiana, insomma, sembra essere tutta dalla parte dei genitori e degli attivisti cattolici che stanno supportando la loro battaglia legale, mentre i vescovi inglesi e gallesi si sarebbero dimostrati particolarmente freddi sul caso. Lo stesso Thomas Evans, attraverso una lettera, ha affermato di non essere stato riconosciuto dalla Chiesa del suo paese nonostante sia battezzato.

Le possibilità che Alfie venga in Italia si stanno riducendo di ora in ora.

La scorsa notte Alfie avrebbe avuto una crisi respiratoria a causa della mancanza d'ossigeno. Le notizie che arrivano dalla Gran Bretagna sono discordanti, ma sembra proprio che all'Alder Hey Hospital non abbiano alcuna intenzione di rinunciare al protocollo stabilito.

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