È Qutbadin Gulen, fratello del predicatore Fethullah, l'ultimo membro della famiglia a finire in arresto, accusato di fare parte di un'organizzazione terroristica a cui viene ascritta l'organizzazione del fallito colpo di Stato che a luglio ha provato a rovesciare le istituzioni in Turchia.
Qutbadin, dicono le autorità, era parte dell'Hizmet, movimento che si ispira agli insegnamenti di Gulen, che prima del fallito golpe aveva ramificazioni in tutti i settori dell'amministrazione pubblica e che fino a pochi anni fa era l'alleato migliore dell'Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, con cui poi aveva rotto nel 2013.
Ora i membri di Hizmet, che la stampa turca chiama FETO, acronimo di Organizzazione terroristica gulenista, sono al centro del mirino delle autorità turche, che dal 15 luglio hanno arrestato, fermato, licenziato o sospeso migliaia di persone, accusandole di cospirare contro le istituzioni del Paese.
Mentre la Turchia chiede agli Stati Uniti l'estradizione del predicatore, decine di testate ed emittenti sono state chiuse, ritenute "organi di propaganda terroristica", dei gulenisti o del Pkk. Sono 125, secondo la piattaforma P24, i giornalisti attualmente in arresto, 23 le emittenti radio e tv chiuse solo dal 28 settembre.
Una "purga" su cui ora hanno dubbi persino quelli che in un primo momento l'avevano sostenuta, come il leader dell'opposizione repubblicana Kemal Kilicdaroglu, convinto che le maglie siano diventate troppo strette e nella rete delle autorità stiano finendo anche molti che con il colpo di Stato non avevano nulla a che fare.
Qutbadin Gulen è stato detenuto a Smirne, città sulla costa egea. La polizia - secondo quanto scrivono le agenzie di stampa - ha agito dopo una soffiata, trovandolo a casa di un parente nel distretto di Gaziemir, a una quindicina di chilometri dal mare.
Al momento il fratello del predicatore è detenuto e sottoposto a interrogatorio dagli uomini della polizia anti-terrorismo. L'agenzia locale Anatolia scrive che in casa gli sono stati trovati alcuni libri di Fethullah Gulen, poi sequestrati.
Intanto il parlamento ha votato oggi per prolungare di un anno il mandato delle truppe turche impegnate in Siria, a supporto di gruppi ribelli entrati nel Paese - in cui hanno di fatto creato una zona cuscinetto
Due gli obiettivi dichiarati. Liberare la fascia di confine dal sedicente Stato islamico e dalle milizie curde del Pyd, considerate anch'esse organizzazione terroristica per i loro legami con il Pkk, che da oltre un anno è tornato a combattere nella zona sud-orientale della Turchia.
"Dobbiamo lottare tutti insieme con determinazione
contro il Pkk, Feto e Daesh", ha ribadito ieri il presidente Erdogan, parlando in parlamento e rifacendosi a quell'idea di unità nazionale proposta con il raduno oceanico di Yenikapi, ad agosto, ma che da allora ha già perso qualche pezzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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