Alla polizia avevano detto che nelle bottiglie che portava con sé c'era del succo, ma la verità era ben diversa e gli agenti di frontiera non erano convinti dalla versione di Cruz Marcelino Velazquez Acevedo, che cercava di entrare negli Stati Unti a San Ysidro, non lontano da San Diego.
Una vicenda che risale al 2013 e che torna a fare notizia, perché in quell'occasione il minorenne, Cruz Marcelino, morì - a soli sedici anni - dopo avere bevuto da una delle bottiglie nel tentativo di convincere le guardie doganali dell'innocenza del contenuto.
Nelle bottiglie c'era della metanfetamina liquida, spesso trasportata in questa forma perché più facile da nascondere e un nuovo video, diffuso alla stampa dalla famiglia Velazquez Acevedo, tramite l'avvocato Eugene Iredale, mostra il ragazzo bere per quattro volte da uno dei contenitori, per provare la sua innocenza.
Il ragazzo aveva cercato di ingannare gli agenti, sostenendo che nelle bottiglie ci fosse del succo di mela e ora la famiglia sostiene che proprio la polizia di frontiera lo abbia lasciato bere la metanfetamina liquida, senza far nulla.
Poco dopo aver bevuto il liquido il ragazzo inizia a sudare e urlare dal dolore, per poi cadere in preda alle convulsioni sostiene la famiglia, che ora ha fatto causa in una corte federale calforniana, sostenendo che al posto che chiamare subito i soccorsi gli agenti abbiamo preferito metterlo in custodia.
"Trafficare in droga è sbagliato ed
è un crimine - ha commentato Zoe Lofgren, rappresentante eletto alla Camera e membro del sottocomitato per l'Immigrazione - ma questo adolescente non meritava una sentenza di morte". Ora il tribunale stabilirà la verità su quanto accaduto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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