Blackout in Crimea, continua lo stato di emergenza

Il presidente ucraino Poroshenko, dopo l'esplosione dei tralicci che ha lasciato al buio l'intera penisola, propone un blocco definitivo dei collegamenti tra Kiev e Sebastopoli

Blackout in Crimea, continua lo stato di emergenza

Le reazioni e le rivendicazioni continuano a correre su Twitter con l’ashtag #Crimeablockade, a celebrare il sabotaggio operato, ormai sembra questa la pista più verosimile, da gruppi di attivisti tatari, coadiuvati dai nazionalisti ucraini di Pravy Sektor, dei tralicci dell’elettricità che riforniscono la penisola sul Mar Nero, tornata ad essere parte della Federazione Russa dopo lo scoppio della crisi ucraina. Tra venerdì e sabato infatti, secondo quanto ha affermato la compagnia elettrica ucraina Ukrenergo, da cui la Crimea dipende per il 70% del fabbisogno energetico, al termine di una serie di scontri tra polizia ucraina e attivisti tatari riuniti sotto il nome di Blocco Civile della Crimea, a cui sono arrivati a dare man forte anche quelli di Pravy Sektor, nella regione ucraina di Kherson, sono stati fatti saltare in aria con cariche esplosive due piloni che trasportano l’elettricità in tutta la penisola, provocando un black out in tutta la penisola.

I tecnici che sono intervenuti per riparare il danno continuano inoltre ad essere bloccati dai tatari e dagli attivisti di Pravy Sektor, che in particolare, secondo quanto riferisce Mosca, stanno impedendo il passaggio al personale della compagnia incaricata di ripristinare il servizio. Più di un milione e mezzo di persone – due milioni e mezzo secondo il ministero russo delle Emergenze - rimane quindi ancora al buio e senza elettricità. E sebbene il ministro dell’Energia russo Aleksandr Novak abbia promesso il ripristino del servizio entro le prossime ore, in Crimea è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Per gli ospedali e gli altri servizi pubblici si stanno utilizzando gruppi elettrogeni locali. In queste ore, inoltre, le basi militari russe di Sebastopoli e i principali centri abitati stanno andando avanti con l’energia fornita a singhiozzo tramite generatori a gas. Dopo il precedente del 2014, quando il governo ucraino interruppe volontariamente le forniture di elettricità alla Crimea per alcune ore, Mosca sta ora lavorando alla creazione di infrastrutture che assicurino l’indipendenza energetica di Sebastopoli da Kiev.

Infine, poco fa il presidente ucraino Petro Poroshenko ha indirizzato al governo e al primo ministro la proposta di stabilire un gruppo di lavoro per bloccare definitivamente il commercio, i trasporti e qualsiasi collegamento con la Repubblica di Crimea, lasciando trasparire un sostegno indiretto all’azione di sabotaggio dei tralicci.

"Uno dei compiti prioritari delle autorità”, ha scritto il presidente ucraino, “è precisare il modello dei rapporti futuri tra l'Ucraina e il territorio temporaneamente occupato della Crimea". E ora si attende la risposta del Cremlino.

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