Boeing 737 caduto in Russia: l'incidente poteva essere evitato

A stabilirlo è il rapporto dell'inchiesta relativo al volo Flydubai del 2016: la causa principale dell'incidente sarebbe da ricercarsi nel tentennamento da parte del comandante

Boeing 737 caduto in Russia: l'incidente poteva essere evitato

Nessun problema tecnico o relativo al clima. L'incidente del Boeing 737 caduto in Russia sarebbe da ricercare nel comandante andato in confusione, incapace, almeno in quel momento così cruciale, di prendere una decisione opportuna. Un errore tanto umano quanto fatale, che fece sì che venisse impostato l'assetto del velivolo in maniera inadeguata. Eppure, nonostante tutto, la tragedia si sarebbe potuta evitare fino a 6 secondi prima dello schianto. Purtroppo non fu così: nessuna decisione presa per poter evitare l'irreparabile, né da parte del comandante, né tantomeno dal primo ufficiale di turno. Di conseguenza, 62 persone persero la vita dopo due tentativi di atterraggio. Sarebbe stato quindi un errore umano a far precipitare il Boeing 737-800 della low cost meridionale Flydubai il 19 marzo 2016.

Boeing 737 caduto in Russia: un incidente che poteva essere evitato

A sostenere quanto affermato poc'anzi è il rapporto finale d’inchiesta di 175 pagine del Comitato interstatale per l’aviazione della Federazione Russa reso noto recentemente. Come si legge dal Corriere della sera, Il volo FZ981partito da Dubai e diretto a Rostov sul Don, città situata nella Russia europea meridionale, era in parte vuoto. Un particolare molto importante, poiché da esso sarebbe scaturita la concatenazione di errori che portò al tragico incidente. A bordo vi erano 55 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio.

Sicuramente, come si legge dal rapporto, ad influenzare il tutto furono anche le condizioni meteorologiche avverse, ma in primis sono da menzionare elementi come l'inesperienza dei piloti e la stanchezza dopo 6 ore di volo. Da non dimenticare, inoltre, l'assenza del manuale di volo delle manovre previste nei casi riguardanti l'aereo in questione. Altro elemento su cui non è possibile sorvolare, l'incapacità del primo ufficiale, il quale non sarebbe reso conto dell'imbarazzo psicologico da parte del comandante poco prima del sinistro.

Nel momento in cui il boeing 737 iniziò l'operazione di atterraggio verso l'aeroporto di Rostov sul Don, l'area era interessata da correnti non indifferenti. Tuttavia, come sostiene il rapporto finale, l'avvicinamento si concluse senza alcun errore. Dalla cabina sembrò però non esserci la sicurezza di atterrare e l'operazione venne quindi rimandata. L'aereo riprese quindi quota iniziando la riattaccata. Lo scalo russo venne sorvolato per circa 100 minuti, ritentando in seguito l'atterraggio. Un altro tentativo fallito per le raffiche di vento che causarono un aumento di velocità da 283 a 326 chilometri orari a circa 300 metri di quota.

Gli inquirenti russi hanno dichiarato che l'irreparabile accadde nel momento in cui "l’approccio mentale del comandante restava concentrato sulla manovra di atterraggio". Temendo una fase di stallo, il comandante in seguito procedette abbassando la punta del boeing 737 fino a 40 gradi per un tempo massimo di 12 secondi, causando un cambio della forza gravitazionale che passò da positivo a negativo. Secondo quanto registrato dalle scatole nere, pare che il primo ufficiale fosse l'unico ad aver capito che ci fossero problemi, ma che tuttavia non intuì "i segni del deterioramento dello stato mentale del comandante".

Prima dell'incidente ci sarebbe stato un ultimo tentativo di evitare il disastro, 6 secondi prima del punto di non ritorno.

L'ultima struggente registrazione riporta la voce del comandante che ripete disperato: "Tiralo su! Tiralo su!". Il boeing 737 partito dagli Emirati Arabi con a bordo 62 persone si disintegrò alla fine della pista 22 dell'aeroporto di Rostov sul Don alle 3:41:33 del 19 marzo 2016.

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