La Bolivia ha espulso Battisti come un clandestino

Era entrato in modo irregolare nel Paese e per questa ragione Cesare Battisti è stato espulso, non estradato come il Brasile aveva richiesto

La Bolivia ha espulso Battisti come un clandestino

Tecnicamente la Bolivia ha espulso Cesare Battisti, non l'ha estradato. La decisione è stata presa in considerazione del fatto che il terrorista italiano era entrato in modo irregolare dal Brasile. E per questo, in applicazione della legge 370 sull'immigrazione, è stato disposta la sua uscita obbligatoria (salida obligatoria) dai confini del Paese sudamericano. La questione è stata spiegata dal ministro dell'Interno boliviano, Carlos Romero. Dopo l'arresto a Santa Cruz è iniziato un ping pong politico-giudiziario e diplomatico tra Roma, La Baz e Brasilia. Si trattata di decidere, infatti, come gestire il ricercato. Chi doveva prenderlo in consegna? Secondo quali modalità?

Augusto Heleno, ministro della Giustizia brasiliano, aveva assicurato che Battisti avrebbe fatto sosta in Brasile, visto che era da lì che era fuggito. Ma, com'è noto, il presidente Bolsonaro aveva promesso che lo avrebbe restituito all'Italia.

Tre giorni prima di Natale Battisti ha cercato asilo scrivendo una lettera al Consiglio nazionale per i rifugiati (Conare) della Bolivia, per invocare la sua "sicurezza, libertà e vita". Ma, come ha reso noto il difensore civico boliviano, David Tezanos, non ha ricevuto alcuna risposta.

La Bolivia ha fatto una scelta politica, deciendo di non riconsegnare il terrorista al Brasile, dove Bolsonaro lo avrebbe esibito come trofeo di guerra. Si è invece accreditato come Paese serio e affidabile, anche in vista delle prossime elezioni di ottobre, sussurra qualcuno.

Il premier Conte: "Scelto percorso più sicuro e veloce"

Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è soffermato sulla cattura di Battisti: "Mi limito a osservare che abbiamo garantito il percorso più sicuro e veloce perché arrivasse in Italia.

Potrà scontare l'intera pena (ergastolo, ndr) nelle nostre carceri". Il passaggio intermedio in Brasile di fatto avrebbe comportato l'obbligo, per l'Italia, di rispettare la convenzione tra i due Paesi, e quindi l'ergastolo si sarebbe trasformato in 30 anni di pena.

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