Brasile, prete stupra donna dopo una preghiera: "Me lo ha ordinato il diavolo"

Il prete è stato poi pestato a sangue dai familiari della vittima, che hanno poi costretto il religioso a fare una “video-confessione”

Brasile, prete stupra donna dopo una preghiera: "Me lo ha ordinato il diavolo"

Un prete brasiliano è stato accusato di avere stuprato una giovane donna dopo essersi recato a casa della stessa per pregare. Il pastore è stato incastrato grazie al fatto che gli istanti della violenza sessuale sono stati ripresi delle videocamere di sicurezza installate nell’appartamento. Il religioso in questione è stato identificato dalla polizia come Daniel Souza. La violenza sessuale ha avuto luogo sabato scorso in un appartamento nel quartiere Telégrafo della città di Belém, nel nord del Paese.

In base alle ricostruzioni fatte dalle autorità locali, riporta il Sun, il pastore si sarebbe recato a casa della vittima di mattina presto, per poi abusare di lei una volta terminato il loro momento di preghiera. Una volta scoperto tale crimine grazie alla scioccante testimonianza della donna e ai video realizzati dalle telecamere, i familiari della malcapitata hanno subito deciso di farsi giustizia da soli. Questi avrebbero infatti organizzato una vera e propria spedizione punitiva ai danni del prete.

I parenti della giovane hanno così prima acciuffato Souza e poi lo hanno picchiato a sangue, costringendolo infine a fare una confessione in “diretta video”. Il prete ha infatti ammesso il proprio crimine sessuale davanti a un familiare della vittima che riprendeva tutto con una videocamera. In tale confessione, il pastore, sanguinante per il pestaggio appena subito, ha dichiarato di avere violentato la donna perché costretto a farlo “su ordine del diavolo” e di non essere riuscito a resistere alle “tentazioni del maligno”. Nella stessa ripresa, subito diventata virale sul web, si sentono i familiari della vittima gridare contro Souza dicendogli: “Sei tu il diavolo”.

In seguito all’intervento della polizia, il prete è stato condotto in carcere, dove resterà per tuta la

sua custodia cautelare. Ad aggravare la posizione processuale del pastore, hanno chiarito le forze dell’ordine locali, è proprio il fatto che abbia commesso una violenza sessuale con la scusa del sacro atto della preghiera.

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