Primi spiragli di intesa fra Regno Unito e Unione europea sul fronte della Brexit. Il governo britannico ha annunciato che è stato raggiunto un primo progetto di accordo fra Londra e Bruxelles pere definire l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Dalle prime notizie apparse sui media britannici, si tratterebbe di un documento di circa 500 pagine ma non se ne conosce ancora il contenuto che sarà analizzato attentamente dai ministri del governo, convocati questa sera uno a uno dalla premier Theresa May. Tutto in funzione della riunione del governo di domani alle 2 del pomeriggio.
I ministri, secondo le prime informazioni, sono stati convocati singolarmente per studiare a quattrocchi con May le possibili mosse. Ognuno vaglierà con attenzione il documento, ciò che interessa maggiormente il suo dicastero, e poi deciderà come comportarsi. E cioè se appoggiare la bozza di accordo sulla Brexit nella riunione pomeridiana di domani oppure votare contro e, eventualmente, dimettersi,.
Ci sono ancora poche questioni da risolvere, ha annunciato la stessa May. Ma sembra che la strada ora non sia più del tutto in salita. Almeno fra Ue e Londra. Sul fronte doganale sembra essere previsto un regime transitorio in cui il Regno rimarrà nell'unione doganale e in gran parte del mercato unico europeo.
E anche sul fronte del confine fra Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord, sembra che sia stato raggiunto un primo risultato, cioè il backstop temporaneo che prevede un regime transitorio che parifica la frontiera fra Eire e Ulster a quella di due Paesi membri dell'Unione europea. Obiettivo, evitare che il confine torni a essere quel muro che ha diviso le due parti dell'Irlanda. Si eviterà il ripristino dei confini fisici, ma ci saranno delle misure doganali più dure rispetto a quelle previste per l'area Schengen.
Intanto, a livello interno, Boris Johnson affila le armi. L'ex ministro degli Esteri ha bocciato l'accordo provvisorio sulla Brexit siglato fra Unione europea e Regno Unito. Secondo Johnson, la Gran Bretagna sarebbe ridotta uno "Stato vassallo".
A detta dell'ex ministro, campione dell'hard Brexit, Londra rimarrebbe vincolata da leggi sulle quali non ha più la possibilità di influire. Inoltre, sempre secondo l'ex ministro, ci sarebbero gravi rischi per l'unità del Regno, per la questione irlandese. Per questo, voterà contro in Parlamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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