Un nuovo, duro colpo per Boris Johnson. Dopo aver perso la maggioranza e aver visto approvata la legge contro una Brexit senza accordo, il primo ministro britannico si trova, ancora una volta, con le spalle al muro. Nella tarda serata di ieri, infatti, si è dimessa Amber Rudd, ministro del Lavoro e della Pensioni, con un tweet molto critico nei confronti del governo: "Non posso rimanere quando buoni e leali moderati conservatori vengono espulsi".
I have resigned from Cabinet and surrendered the Conservative Whip.
— Amber Rudd MP (@AmberRuddHR) September 7, 2019
I cannot stand by as good, loyal moderate Conservatives are expelled.
I have spoken to the PM and my Association Chairman to explain.
I remain committed to the One Nation values that drew me into politics. pic.twitter.com/kYmZHbLMES
Il riferimento è - ovviamente - a ciò che sta accadendo all'interno del partito conservatore britannico, ormai sempre più diviso sulla Brexit e, in particolare, tra chi è disposto a lasciare l'Unione europea anche senza arrivare a nessun accordo e chi no.
È proprio su questo punto che la Rudd si trova in grande imbarazzo: "Sono entrata nel suo Gabinetto in buona fede: accettando che il 'No Deal' fosse sul tavolo, perché significava che avremmo le migliori possibilità di raggiungere un nuovo accordo per partire il 31 ottobre. Comunque, non credo più che l'uscita con un accordo sia il principale obiettivo del governo. Il governo sta spendendo enormi energie per prepararsi al 'No Deal' ma non ho visto lo stesso livello di intensità nei colloqui con l'Unione europea che ci ha chiesto di presentare soluzioni alternative al backstop irlandese".
Una posizione moderata, quella della Rudd, che aveva già fatto storcere il naso a Nigel Farage, che si era chiesto "perché Boris aveva affidato incarichi ministeriali a Remainers".
Cosa significa l'uscita di scena di Amber Rudd
Amber Rudd, in Gran Bretagna, è un nome di peso, soprattutto nall'interno del partito conservatore e ha già ricoperto la carica di ministro sotto Theresa May. La sua uscita di scena pesa quindi come un macigno sulla schiena di Bojo.
I Labour - che rappresentano il principale partito di opposizione - stanno già cavalcando le dimissioni della Rudd: "Il governo Johnson sta crollando", ha scritto su Twitter Keir Starmer, referente della Brexit per i laburisti.
Johnson government falling apart. He’s being totally found out... https://t.co/eNqJy1XTPZ
— Keir Starmer (@Keir_Starmer) September 7, 2019
Il punto è che ora potrebbero infrangersi i sogni di Johnson di vedere la Gran Bretagna fuori dall'Unione europea entro il prossimo 31 ottobre. Lo scorso mercoledì, infatti, la Camera dei Lord ha approvato una legge che vincola la Brexit a un accordo con la Ue. Un duro colpo per Bojo.
Lo stesso provvedimento è stato poi approvato dai Lord lo scorso venerdì e ora è tutto nelle mani della regina Elisabetta, che potrebbe dare il via libera già domani.Senza una maggioranza, Johnson può puntare solamente a nuove elezioni. Ma anche in questo caso la strada sarà parecchio in salita.
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