La situazione sembra star ritornando verso la pace in Burkina Faso. Nel paese africano il 17 settembre era andato in scena un tentato colpo di stato. Gli uomini della Guardia Presidenziale, il reparto scelto dell'ex Presidente Compaoré avevano preso il controllo del Palazzo presidenziale, imposto la propria autorità nella capitale Ouagadougou e sequestrato il presidente Michel Kafando e il premier Isaac Zida.
Le strade paralizzate, il clima da guerra civile, i mercati bloccati, il coprifuoco e le manifestazioni represse nel sangue. Lo stato di violenza è proseguito sino al 23 settembre, quando hanno iniziato ad essere siglati gli accordi tra l'esercito governativo e i golpisti. La situazione sembrava progredire verso la normalità, il Presidente deposto Kafando riprendeva le redini del governo, ma quando sembrava essere ormai certo un ritorno allo stato di parvente quiete, ecco la dichiarazione degli insorti: ''Non ci arrendiamo e non consegniamo le armi''.
Di nuovo scontri in Burkina Faso e ancora morti sino a quando il generale putschista Diendéré è stato arrestato dopo essersi rifugiato nell'ambasciata dello Stato Vaticano.
Se quindi in apparenza la violenza armata sembra ridursi, però un altro spettro si palesa. Quello della crisi economica.
Il governo infatti ha fatto sapere che il golpe e i disordini che hanno scosso il Paese africano hanno provocato un danno di oltre 70 milioni di dollari.Una perdita che va a colpire notevolmente la situazione di uno Stato in bilico e che ora è appeso a un filo teso sopra una guerra civile e un disastro economico.
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