Dopo quasi tre anni dalla scomparsa del ricercatore Giulio Regeni, Roma ha deciso di tagliare i ponti con l’Egitto. “Con grande rammarico annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderá ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non ci sará una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo”. Lo ha annunciato oggi il presidente della Camera, Roberto Fico, a seguito dell’ennesima missione fallimentare dei pm italiani al Cairo. Le indagini sulla morte di Giulio Regeni, trovato morto al Cairo in circostanze ancora ignote nel febbraio 2016, non hanno ancora portato a nessuna pista.
La procura di Roma ha inoltre annunciato di voler iscrivere nel registro degli indagati alcuni agenti del Cairo, accusati di depistaggio e sequestro di persona. Si tratta di una mossa giudiziaria inevitabile, ha spiegato il procutare Giuseppe Pignatone, data la situazione di stallo nelle indagini e il fallimento dei rapporti diplomatici con l’Egitto. Sebbene rappresenti un mero atto formale, l’azione legale contro gli agenti egiziani servirá forse a dare una scossa ad un caso di omicidio e tortura che é paralizzato da anni. L’azione della procura di Roma verrá formalizzata nei prossimi giorni e riguarderá alcuni esponenti di polizia e servizi segreti del Cairo.
Sulla decisione della Camera é intervenuto anche il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha affermato: “sul caso Regeni credo che il governo, con tutti i suoi esponenti e il Parlamento, maggioranza e opposizione, stia facendo il massimo. Purtroppo governiamo in Italia e non in Egitto”.
Gli investigatori egiziani non sembrano voler collaborare con i pm italiani e una svolta nelle indagini sulla morte di Giulio Regeni sembra ormai un miraggio. Il forte insuccesso delle relazioni diplomatiche portate avanti in questi anni con il Cairo non avrebbe lasciato alternative,- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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