Jan Boehmermann porta in tribunale Angela Merkel. E questa volta non si tratta di una delle battute del più famoso comico tedesco. E nemmeno quello che chiede in tribunale è una barzelletta: il comico pretende che la Cancelliera ritiri la condanna contro la poesia satirica rivolta al presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Nel marzo del 2016, Boehmermann aveva letto nella sua trasmissione, Neo Magazine Royale, una poesia su Erdogan, contenente insulti, critiche e la descrizione di pratiche sessuali con pecore. Prevedibilmente, il presidente turco se ne risentì. E la cancelliera tedesca reagì immediatamente, condannando il gesto di Boehmermann "a priori", influenzando, a detta del comico, il verdetto del tribunale. Il giudizio civile, alla fine, si è risolto con una condanna del comico, che ha scatenato un forte dibattito nell'opinione pubblica, tanto da portare a mettere mano al codice penale. La poesia di Boehmermann, infatti, aveva anche lo scopo di prendere di mira il paragrafo 103 del codice penale tedesco, che puniva la "lesa maestà" con pene severe, soprattutto se a essere offeso fosse stato un governante straniero.
Un anno fa, il paragrafo 103 è stato abolito perché, per rimediare alle accuse che le erano state mosse - tra cui quella di abbassare la testa davanti a Erdogan - la Merkel accettò l'esortazione del comico.
Ora Boehmermann vuole che il suo "poema" venga "riabilitato" integralmente, dopo che il tribunale di Amburgo ha rigettato il ricorso del comico: 18 su 24 versi restano ancora vietati. Spetterà adesso al tribunale amministrato di Berlino il compito di esprimersi sull'intera vicenda, il prossimo 16 aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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