La Corea del Nord ha lanciato con successo un missile balistico da un sottomarino. E’ quanto comunica in una nota la Korean Central News Agency. Pyongyang afferma di aver lanciato un missile balistico Pukguksong-3. Assente Kim Jong Un. Forti dubbi sul reale coinvolgimento di un sottomarino. Sabato prossimo, 5 ottobre, Washington e Pyongyang riprenderanno i colloqui sulla denuclearizzazione.
Corea del Nord, missile balistico Pukguksong-3
In base ai dati diramati, sappiamo che il missile balistico Pukguksong-3 a combustibile solido è stato lanciato su una traiettoria alta a nord-est della baia di Wonsan, nel mare orientale coreano. Il Submarine-launched ballistic missile o SLBM a due stadi, ha volato per 450 km prima di precipitare nel Mare Orientale, a nord delle Isole Oki giapponesi. Il sistema d’arma lanciato ha raggiunto un'altitudine massima di 910 km. Questi dati sono compatibili con un sistema d’arma di classe Pukguksong a combustibile solido. Il termine nord coreano Pukguksong si traduce in Polaris, stella polare. E’ lo stesso nome del primo SLBM al mondo, UGM-27 Polaris, messo in servizio dagli Stati Uniti. L’unico SLBM testato fino ad oggi dalla Corea del Nord è il Pukkuksong-1/KN-11. Basato sul vettore sovietico R-27 Zyb, dovrebbe avere un raggio stimato di 1200 km. La Corea del Nord ha compiuto enormi progressi nella tecnologia di espulsione, ma contrariamente a quanto detto fino ad oggi, a lanciare potrebbe non essere mai stato un sottomarino. Nonostante i proclami del regime, a lanciare i Pukkuksong-1/KN-11 potrebbe non essere mai stato un sottomarino, ma delle chiatte missilistiche che possno essere ancorate ed affondate ad una profondità impostata. Tutti i lanci sarebbero stati effettuati da due piattaforme sovietiche PSD-4 utilizzate negli anni ’60 per testare i nuovi asset SLBM. I test subacquei sono necessari prima dell’implementazione finale sui sottomarini per ottimizzare la tecnologia di espulsione e l’intero ciclo SLBM. La versione terrestre Pukguksong-2/ KN-11 Mod 2/KN-15 è stata testata in diverse occasioni. Il missile Pukguksong-2 a medio raggio, è stato chiaramente progettato per essere imbarcato sui sottomarini. Il KN-15 a combustibile solido a due stadi, ha un raggio stimato di 1900 km. L'ultimo SLBM lanciato il due ottobre scorso sembrerebbe essere il più avanzato della classe Pukguksong.
Il 23 luglio scorso la Corea del Nord ha svelato un nuovo sottomarino diesel-elettrico, potenzialmente in grado di lanciare missili balistici. Un progetto che si ispira chiaramente ai progetti sovietici delle classi Golf e Hotel. Il sottomarino Sinpo-C potrebbe fornire a Pyongyang una rudimentale capacità di rappresaglia, ovviamente non paragonabile al vero deterrente strategico garantito dai boomer della classe Ohio della Marina Militare degli Stati Uniti. Un incredibile spreco di risorse per un Paese che muore di fame.
Pukguksong-3: il combustibile solido
Il propellente solido conferisce immediati tempi di reazione e prontezza di funzionamento. Il combustibile premiscelato in forma solida viene stivato direttamente nel missile. Avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene nel combustibile allo stato liquido. Il flusso di carburante allo stato liquido può essere controllato così come la quantità di spinta prodotta può essere regolata, attivata o disattivata.
Pukguksong-3: il lancio a freddo
Secondo Pyongyang, il missile sarebbe stato lanciato a freddo. Le foto diramate dal regime confermerebbero tali dichiarazioni. I sistemi di lancio verticali avvengono in due modi. Nel lancio a caldo, il missile è espulso grazie all’ accensione immediata del sistema di propulsione del razzo. L’espulsione a freddo, come quella che sarebbe stata utilizzata poche ore fa dal Pukguksong-3, è generalmente utilizzata negli ambienti navali. Nella tecnologia a freddo, il missile è espulso dalla piattaforma di lancio tramite aria compressa. Nei sottomarini, l’accensione del primo stadio o fase di spinta, avviene dopo aver superato la superficie marina: il missile, avvolto da una bolla di gas, non tocca mai l’acqua. I vantaggi sono innegabili. Nel caso del Pukguksong-2 lanciato da terra ad esempio, viene meno la componente progettata per dissipare il calore ed i fumi di scarico generati dal lancio del missile. L’immediato processo iniziale del lancio è difficilmente rilevabile dalla rete satellitare. Tuttavia, l’espulsione a freddo è influenzata nella sua fase di espulsione dai forti venti che ne possono alterare la precisione.
Conclusioni
Acquisendo una limitatissima capacità di attacco nucleare, Pyongyang porterebbe la sua minaccia ad un nuovo livello prospettando l’opzione di un intervento ben oltre la penisola coreana ed il potenziale per una ritorsione in caso di un attacco nucleare preventivo ricevuto. Tale tecnologia bypassa il sistema THAAD nella penisola coreana, a causa del suo raggio di intercettazione di 120°. Un sottomarino, concettualmente, potrebbe lanciare il suo carico da qualsiasi direzione, rendendo vana anche la copertura Patriot in Giappone. Nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite e le richieste internazionali per la denuclearizzazione, la Repubblica Popolare Democratica di Corea ha sempre sostenuto che il suo programma nucleare è necessario per proteggere il regime da qualsiasi tentativo esterno di rovesciarlo. Lanciare missili nel Mare del Giappone non significa che Pyongyang possa colpire bersagli nell'emisfero occidentale. Non esiste alcuna verifica indipendente che possa confermare un sistema di guida affidabile a lunga distanza sviluppato dalla Corea del Nord. Oltre alla spinta dei razzi, un missile balistico intercontinentale richiede specifiche capacità come l’elaborazione dei dati per colpire il bersaglio designato. Non esiste alcuna informazione open-source che possa dimostrare che la Corea del Nord abbia risolto tutti i problemi del programma missilistico di proiezione a medio e lungo raggio. Il Nord, nonostante i proclami, deve ancora dimostrare di aver miniaturizzato con successo una testata nucleare e completato il ciclo della tecnologia di rientro. Il Nord deve ancora dimostrare di aver ultimato la standardizzazione delle testate nucleari per il trasporto su vettori intercontinentali e completato il ciclo della tecnologia di rientro. Il ciclo missilistico è diviso in tre fasi: spinta, manovra nello spazio e terminale. Un missile balistico intercontinentale, dopo la fase di propulsione e spinta, raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale, la punta del missile. Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre. Oltre alla gittata massima, un missile deve anche essere in grado di trasportare una testata, sopravvivere al rientro nell'atmosfera e colpire un bersaglio con precisione.
Il processo prevede la schermatura della testata dalle alte temperature generate dal rientro nell’atmosfera terrestre ad una velocità di 7 km al secondo.Le superpotenze hanno impiegato due decenni anni per sviluppare asset intercontinentali. La Corea del Nord potrebbe riuscire a completare lo sviluppo di tale tecnologia, ma ci vorranno anni e decine di test.
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