La Convenzione di Schengen potrebbe essere modificata per quel che riguarda i diritti di coloro che ne sono esterni. In base alle indiscrezioni che stanno circolando in queste ore, potrebbe esserci qualche sconvolgimento che riguarderebbe coloro che non fanno parte della convenzione. Forse, i cittadini che non rientrano nel trattato di Schengen, non potranno più circolare.
La novità è arrivata in questi minuti. E questo provvedimento potrebbe valere per più di qualche periodo. Tutto, ovviamente, dipende dallo stato dell' epidemia da Covid-19.
Per quanto il quadro sia ancora ipotetico, la notizia è iniziata a rimbalzare per via di quanto anticipato dal Financial Times, così come riportato dall'Agi. Vedremo se ci saranno novità nel corso delle prossime ore, ma di sicuro questa sarebbe tra le misure più drastica tra quelle adottate sino a questo momento dalle autorità esecutive delle varie nazioni per combattere i contagi dovuti al coronavirus. Dopo i vincoli di bilancio, insomma, potrebbe cadere anche un altro pilastro dell'Unione europea, che su Schengen ha basato buona parte della sua azione quasi dalla sua fondazione ad oggi.
Ma il quadro - lo ripetiamo - ha necessità di trovare conferma nella decisione che potrebbe essere presa di comune accordo dalle ventisei nazioni che fanno parte di quella Convenzione, che risale al 1990. Le frontiere, insomma, acquisirebbero così un ruolo di nuovo rilevante. Almeno sino a quando la situazione pandemica non verrà definitivamente risolta. In queste ore, si era già parlato di come quel trattato fosse stato sostanzialmente sospeso dai fatti.
Tra poco dovrebbe e potrebbe arrivare una prima misura formale. Ma in cosa dovrebbe consistere.
Stando a quanto riportato dall'Agenzia Nova, Aguilar, che è il presidente della Commissione dell'Ue che è deputata ad occuparsi anche della libertà di circolazione, ha dichiarato quanto segue: "In qualità di presidente della commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo, pur condividendo pienamente la necessità di misure di politica pubblica che limitino l'interazione sociale per rallentare la diffusione del coronavirus, esorto gli Stati membri ad adottare le loro misure nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e, soprattutto, di solidarietà tra gli Stati membri dell'Ue, oltre che di non discriminazione e delle norme Schengen applicabili. È fondamentale che, nell'adottare tali misure, non vi sia alcuna discriminazione tra i cittadini dell'Ue".I diritti di base, insomma, andranno rispettati. Ma qualcosa cambierà.
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