Coronavirus, Bolsonaro: "Mi dispiace per le vittime ma moriremo tutti"

Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha così risposto ad una sostenitrice che chiedeva una parola di conforto in merito all’emergenza sanitaria. Nel Paese aumenta il numero di morti e contagiati

Coronavirus, Bolsonaro: "Mi dispiace per le vittime ma moriremo tutti"

La morte, si sa, è un evento ineludibile della vita. Eppure questa certezza crea sempre una certa inquietudine nell’animo umano. Una trepidazione che, inevitabilmente, aumenta se il concetto viene ribadito pubblicamente, e per di più durante una grave emergenza sanitaria, da chi deve mettere in atto piani per tutelare la salute dei cittadini di un Paese. È il caso del presidente brasiliano Jair Bolsonaro che conversando con alcuni suoi sostenitori davanti al palazzo presidenziale di Brasilia ha affermato: "Mi dispiace per le vittime di Covid ma moriremo tutti". Poche parole ma pesanti pronunciate mentre nel Paese cresce, e di molto, il bilancio delle persone che hanno perso la vita a causa del coronavirus.

Una sostenitrice ha chiesto al presidente "una parola di conforto". Bolsonaro ha risposto: "Abbi fede che cambieremo il Brasile". La donna, citando passi della Bibbia, ha aggiunto: "E alle persone in lutto, che sono tante, cosa dice?". Pronta la replica: "Mi dispiace per tutti i morti, ma è la fine di tutti noi".

La situazione nel Paese è piuttosto seria. Per il secondo giorno consecutivo il Brasile ha registrato un record di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Il ministero della Sanità ha confermato che in 24 ore ci sono stati 1.349 decessi a causa del coronavirus mentre i nuovi casi confermati sono 28.633. Il bilancio ufficiale è così salito a 32.548 morti e 584.016 contagi. Lo stato più colpito resta quello di San Paolo con 123.483 casi e 8.276 morti, seguito da Rio de Janeiro con 59.240 contagi e 6.010 decessi.

Proprio il governo di quest’ultimo Stato ha deciso di assumere la gestione diretta dei sette ospedali da campo in costruzione sul territorio per fronteggiare l'emergenza sanitaria. La realizzazione e la gestione dei nosocomi era affidata all'associazione Istituto di cura di base e avanzata (Iabas). La decisione avviene dopo inadempienze da parte della società, soprattutto riguardo i ritardi nella consegna degli ospedali e le carenze nella gestione. Il Brasile, con 210 milioni di abitanti, è il secondo Paese al mondo per numero di casi, dopo gli Stati Uniti, e il quarto per decessi, dopo Usa, Regno Unito e Italia.

Bolsonaro ha più volte denunciato "esagerazioni" sull’emergenza sanitaria da parte della stampa. Il presidente del Brasile è stato sempre contrario al lockdown, soprattutto per non creare danni al tessuto economico e produttivo della nazione, e ha deciso anche di puntare su terapie non approvate dall’Oms a scapito di tamponi. Inoltre lo stesso Bolsonaro ha spinto per l’uso del farmaco antimalarico clorochina nei pazienti con i sintomi della malattia. "Ci sono persone che criticano la clorochina ma non c’è alternativa, è quello che c’è al momento. Ci sono buoni riscontri e bravi dottori che ne difendono l’uso”, ha affermato il presidente del Brasile.

Una posizione discutibile che ha portato alle dimissioni di due ministri della Salute, Luis Henrique Mandetta e Nelson Teich. Mentre a Curitiba tre giorni fa sono andate in scena proteste contro il governo per la gestione dell’emergenza sanitaria, è scesa in campo anche Anonymous Brasil. Alcuni hacker hanno divulgato sui social documenti privati di Bolsonaro, di due dei suoi figli e di alcuni ministri.

Il gruppo di pirati informatici ha minacciato di pubblicare anche informazioni che avrebbero collegato il capo dello Stato alla "morte di una persona pubblica". Il ministro della Giustizia e della Pubblica sicurezza, André Mendonca, ha reso noto che la polizia federale indagherà sull’attacco.

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