Coronavirus, boom di decessi in Spagna: ben 838 in 24 ore

Il premier ha assunto posizioni di forte contrasto con l’Unione europea: "Servono aiuti concreti da Bruxelles". I Paesi straziati dal virus non possono farcela da soli

Coronavirus, boom di decessi in Spagna: ben 838 in 24 ore

Anche Madrid trema di fronte al Covid-19. Nuovo record negativo per la Spagna che si conferma il secondo Paese europeo dopo l’Italia per numero di contagi da coronavirus. Le persone contagiate dalla polmonite hanno raggiunto quota 78.797. Sale anche il bilancio dei decessi, ben 838 in 24 ore, con una nuova impennata in un solo giorno, al di sopra degli 832 riportati sabato.

In totale 6.528 persone hanno finora perso la vita nel Paese iberico. Nella pandemia di Covid-19 la Spagna segue drammaticamente l’Italia. Sia nei numeri, davvero preoccupanti, che nei provvedimenti di contrasto al virus. Il record di decessi spaventa. Le bare i fila davanti gli obitori hanno costretto il premier socialista, Pedro Sanchez, a inasprire ulteriormente le misure restrittive, nonostante le resistenze durate quasi una settimana.

Oggi un Consiglio dei ministri straordinario approverà il nuovo decreto che vieta tutte le attività non essenziali almeno fino al 9 aprile con un congedo retribuito per tutti i lavoratori. I partiti della maggioranza, alleati di Sanchez, incluso Podemos, avevano già sollecitato misure più drastiche. La Moncloa ha iniziato tuttavia la settimana riluttante verso una ulteriore stretta alla libertà di spostamento con un occhio al crollo del Pil e all’economia già fragile.

I record consecutivi di morti degli ultimi tre giorni non hanno però lasciato spazio a tentennamenti. L’obiettivo ora è di ridurre la mobilità nelle prossime due settimane ai livelli del weekend. Potranno continuare a lavorare solo i settori legati alle attività che con lo scorso decreto erano stati autorizzati all’apertura. Saranno quindi mantenute le attività legate al settore primario, come l’agricoltura e la pesca e prodotti alimentari, la fabbricazione di abiti da lavoro, prodotti farmaceutici e il trasporto e la distribuzione di tutti i prodotti considerati essenziali.

Qualsiasi attività di smartworking può essere mantenuta. Sanchez ha assicurato, in una video conferenza, che i lavoratori continueranno a ricevere i loro salari normalmente. Una volta terminata la situazione di emergenza sanitaria, i dipendenti recupereranno le ore di lavoro non fornite gradualmente e distanziate nel tempo. La situazione è difficile. Particolarmente a Madrid. Il premier, anche in questo caso come l’Italia, ha assunto posizioni di forte contrasto con l’Unione europea. Ha invitato più volte Bruxelles a reagire in una situazione che non potrebbe essere più critica.

"La Spagna non può uscire dalla crisi con maggiore indebitamento", ha insistito Sanchez. Per questo motivo, ritiene insufficiente l’intervento della Banca centrale europea e ritiene che la luce alla fine del tunnel potrebbe arrivare dall’emissione di quelle che ha definito "bond per la ricostruzione". "L’Ue sta rischiando.

Non può fallire perché anche i Paesi e i governi più europeisti, come la Spagna, hanno bisogno di prove di un reale impegno. Ora è il turno dell’Europa", ha avvertito. Ora la palla passa all’Eurogruppo. Sarà la resa dei conti.

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