Coronavirus, forse italiano tra contagiati su nave da crociera

Si aspettano conferme ufficiali. L’uomo è partito con un volo americano perché residente negli Usa. Sulla nave le persone contagiate dal coronavirus sono 454

Coronavirus, forse italiano tra contagiati su nave da crociera

Tra i cittadini americani che nelle ultime ore sono sbarcati dalla Diamond Princess, nave da crociera in quarantena nel porto giapponese di Yokohama, e sono risultati positivi al test del coronavirus "sembrerebbe che ci sia un nostro connazionale".

Lo ha riferito il capo dell'Unità di Crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia, intervenendo stamane ad Agorà. Verrecchia ha aggiunto che il passeggero italiano "è però partito con il volo americano perché residente in America e sposato con una donna americana" ma ha anche sottolineato che "aspettiamo ancora delle conferme" riguardo al possibile contagio del nostro connazionale che sarebbe "il primo caso di un italiano" contagiato a bordo della nave da crociera.

Il capo dell'Unità di Crisi ha poi ribadito che "dei connazionali di cui ci dobbiamo occupare noi" per il rientro in Italia "non risulta nessun contagiato". Ma la situazione appare delicata. Il Giappone ha confermato 99 nuovi casi di contagio da nuovo coronavirus sulla Diamond Princess. Il totale di persone infette a bordo è salito a 454. Per questo, è necessario muoversi con una certa urgenza. Secondo fonti qualificate, in queste ore sono già in corso i test per verificare se altri cittadini italiani siano stati contagiati. Non è stato precisato, però, cosa accadrebbe loro qualora venissero rilevati casi positivi. Non ci sono certezze, infatti, che costoro possano salire a bordo dell'aereo che il governo italiano si appresta a inviare in Giappone per l'evacuazione.

Sul volo, in base ad una collaborazione europea che impone una scelta del genere, potrebbero trovare posto anche cittadini di altri Paesi europei. I costi della missione sarebbero poi ripartiti con altri Stati.

"Sicuramente questo episodio e questa situazione di vicinanza costretta dagli spazi limitati pone preoccupazioni rispetto a quello che dovremo fare per prepararci al futuro: dobbiamo sfruttare questo periodo per essere pronti e attrezzarci alla possibilità di far fronte a una quota di casi di infezione da nuovo coronavirus che potrebbe arrivare anche in Italia. I nostri reparti di malattie infettive sulla carta sono pronti, ma questi piani vanno implementati". A dichiararlo all'AdnKronos Salute è il virologo dell'università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco che ha citato il caso della nave Diamond Princess.

Secondo l’esperto esiste la necessità "di fare ciò che con i piani pandemici contro l'H1N1 è già stato attuato, e far sì che ci si organizzi per far fronte a ipotesi di casi di Covid-19 sul territorio italiano".

Pregliasco ha sottolineato che l'Istituto Spallanzani di Roma"è il punto di riferimento per la conferma delle diagnosi e la gestione dei casi più complessi, ma in Italia ogni reparto di malattie infettive è attrezzato".

Nonostante ciò, ha continuato il virologo, è importante aumentare la capacità di risposta e di organizzazione "al di là di quello che c'è scritto sui piani: bisogna prepararsi a una quota di casi secondari, che si sono già verificati in altri Paesi, come Francia e Germania".

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