Corte dell'Ue: "Illegittimo bloccare i migranti senza l'ok del Paese di provenienza"

I giudici di Lussemburgo contro la Francia che aveva respinto un richiedente asilo iracheno in Germania senza aspettare il necessario consenso di Berlino

Corte dell'Ue: "Illegittimo bloccare i migranti senza l'ok del Paese di provenienza"

Una sentenza della Corte di Giustizia della Ue ha stabilito che una persona richiedente protezione internazionale - tipico il caso dei migranti - nel territorio dell'Unione non può essere rispedita da uno Stato verso un altro Paese in cui ha presentato la domanda senza il consenso di quest'ultimo.

I giudici di Lussemburgo lo hanno deciso in relazione al caso del profugo iracheno Adil Hassan, che dalla Germania, dove aveva presentato la domanda, si era spostato in Francia. Una volta giunto nel territorio dell'Esagono Hassan è stato intercettato dalle autorità transalpine, che avevano subito chiesto ai tedeschi di riprenderselo in carico. Senza aspettare il necessario placet dei germanici.

Una decisione contro cui però Hassan ha presentato ricorso, chiedendo di poter rimanere in Francia. Il caso è finito di fronte alla Corte di Giustizia, che però ha emesso una sentenza destinata a fare discutere.

"Dalla genesi e dall'obiettivo del regolamento Dublino III - scrivono i magistrati della Ue - emerge con chiarezza che una decisione di trasferimento può essere adottata e notificata all' interessato solo dopo che lo Stato membro richiesto abbia, implicitamente o esplicitamente, accettato di riprendere in carico tale persona".

Una sentenza, quella della Corte di Lussemburgo, che forse dovrebbe essere letta con attenzione anche dalle autorità italiane.

Non è improbabile infatti, che in più occasioni i respingimenti di migranti verso l'Italia siano stati effettuati in tempi molto rapidi, senza concedere al nostro Paese di esprimere il proprio consenso.

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