La Corte Europea di giustizia ha stabilito oggi in una sentenza che i datori di lavoro sono autorizzati a vietare i simboli religiosi dall'abbigliamento dei propri impiegati, compreso il velo islamico.
Il divieto si estende a ogni "capo di abbigliamento visibile che sia espressione di qualsiasi appartenenza politica, filosofica e religiosa", a condizione però che le politiche interne aziendali impongano a tutti i dipendenti un "dress code neutrale". Niente decisioni arbitrarie, dunque, ma solo divieti motivati dalla policy aziendale.
Si tratta del primo caso del genere, originato dalla decisione di due donne musulmane, che lavorano in Belgio e in Francia, di rivolgersi ai giudici di Lussemburgo per ottenere giustizia dopo aver perso il posto perché si erano rifiutate di togliersi il velo secondo le richieste del datore di lavoro.
A maggio l'avvocato generale della Corte, Juliane Kokott, aveva argomentato in favore del divieto di velo spiegando come tale bando non costituisse discriminazione
diretta fondata sulla religione, a patto che esso non venisse applicato su base personale ma in seguito a una precisa scelta di politica aziendale. Oggi anche i magistrati a cui si era rivolto gli hanno dato ragione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.