Da piu di 5 giorni, la città di Damasco è sotto il tiro dei gruppi salafiti comandati dal capo dell' "Esercito dell'islam" filo saudita Zahran Allush.
La prima vittima è stata un ragazzino, Joni Danhash, cristiano che viveva a Jaramanah (periferia Damasco), l'unica sua colpa era quella di trovarsi a casa sua (al secondo piano) nel momento in cui un colpo di mortaio è entrato come un fulmine. Il ragazzo ha cercato di resistere alle ferite causate dalle schegge ma il suo corpo magro non ce l'ha fatta.
L'"Esercito dell'islam" non ha smesso di colpire i civili a Damasco. Il 9 marzo ha colpito la città con nove razzi di Katyusha nella zona di Mazeh 68 (abitata da una maggioranza Alauita) causando grandi danni sia alle abitazioni sia alle macchine
.Un altro razzo ha colpito la piazza degli Omayyadi vicino alla sede militare dell'aeronautica e al ministero della difesa. Il quartiere cristiano non è stato escluso da questa feroce minaccia e il Cristiana non è destinato a stare tranquillo nel giorno del Signore e le famiglie cristiane non hanno potuto riunirsi in quel giorno di domenica com'è da abitudine settimanale.
In quel giorno io e mia moglie non siamo riusciti ad andare alla casa di mia suocera perché due colpi di mortaio sono caduti a pochi metri da casa sua, causando danni materiali.
Pure George, un ragazzo di 13 anni (il nipote di mia moglie) lunedì scorso, mentre stava andando a casa sua, ha rischiato la morte. Questo ragazzo, come migliaia di altri ragazzi, attraversa tutti i giorni questa piazza (piazza di Bab Tuma) per andare a scuola.
Ma la mano di Dio era con tutti quei ragazzi nella piazza perché il razzo ha colpito il tetto di un palazzo
e l'altro pezzo del missile è caduto su un taxi.Questa è la nostra vita quotidiana a Damasco.
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