Alcuni giorni fa, il presidente americano Joe Biden ha presentato una nuova road map per gestire diversamente la pandemia da Covid-19 e la sua convivenza. In che modo? Oltre a una migliore sorveglianza delle nuove varianti, è prevista la somministrazione di pillole antivirali "sul posto", in pratica quando qualcuno risulta positivo e viene curato al momento. Questa nuova strategia americana si chiama test and treat, letteralmente "test e cura". Come riporta il Washington Post, la road map di 96 pagine fa parte di una più ampia strategia della Casa Bianca per far uscire il Paese dalla crisi e convincere gli americani che le loro vite possono tornare alla normalità.
Qual è il piano
Il piano si concentra su alcuni obiettivi tra cui una protezione e trattamento del Covid che somministri immediatamente le pillole antivirali della Pfizer, il Paxlovid, in farmacie e cliniche selezionate in caso di positività. Ma, come abbiamo visto sul Giornale.it, la cura funziona soltanto nelle primissime fasi, dopodiché diventa inutile. "Diventa futile utilizzarla dopo un certo numero di giorni dalla comparsa del sintomo o dal riscontro dell’infezione", aveva affermato il prof. Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. Quindi, la strategia americana, più che sulla prevenzione con i vaccini, punta adesso sui farmaci e non sul "test e prevenzione". Come mai questa scelta? La decisione statunitense muove dal fatto che la campagna vaccinale non ha raggiunto il grado di soddisfazione sperato e che, ormai, diventa complicato convincere i milioni di americani no vax a vaccinarsi, adesso che Sars-Cov-2 è nella fase più debole da quando esiste e nuovi farmaci contribuiscono a bloccare la malattia.
Differenza vaccino-Paxlovid
Per fortuna, i no vax italiani sono una sparuta minoranza ma è sempre bene ricordare la differenza fondamentale tra prevenzione e cura: il vaccino anti-Covid impedisce forme gravi della malattia (non l'infezione, che diventa però banale), il farmaco cura una sintomatologia quando ormai la malattia ha preso piede. Quale sia il miglior metodo di difesa è scontato. Nel nostro Paese, come scrive Repubblica, il Paxlovid non è per tutti, ma viene prescritto dai medici soltanto a pazienti positivi, non vaccinati ma che hanno un alto rischio di finire in ospedale e sviluppare forme gravi della malattia. Come detto, se non viene preso all'inizio, la cura non sortisce alcun effetto.
Quali sono i punti deboli
I punti deboli del test and treat americano sono numerosi, sintetizzabili in almeno quattro macro punti: come detto, le tempistiche di somministrazione; la discriminazione con la quale si sceglie un paziente piuttosto che un altro: il vaccino è per tutti, il Paxlovid no; il monitoraggio degli effetti collaterali e la possibile interazioni con terapie concomitanti e altri farmaci; la correttezza del trattamento, cioé l'assunzione regolare della cura con le pillole previste. Se si sbaglia, si può inficiare tutta la cura. Come spiegano gli esperti, se è vero che il farmaco è efficace per bloccare ospedalizzazioni e morte, non è così facile stabilire a priori chi potrebbe sviluppare la forma più grave. I favoriti saranno i pazienti obieti, con diabete e malattie cardiovascolari ma non è detto che soggetti sani non possano finire in terapia intensiva.
Ci sono, inoltre, i famosi effetti collaterali tanto temuti dal vaccino ma non dal Paxlovid. Come mai? I trials clinici, infatti, hanno dimostrato numerose interazioni con farmaci e altri trattamenti.
E poi, se ci sbaglia ad assumere le sei pastiglie quotidiane, a cadenza precisa, per cinque giorni con due farmaci diversi, viene messa a rischio l'efficacia della cura. In conclusione, viva il farmaco ma Paxlovid non sostituisce in alcun modo l'azione preventiva dei vaccini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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