Debutto a Westminster La prima volta in aula dei "bruti" euroscettici

Alle suppletive in Gran Bretagna l'Ukip di Farage è pronto a conquistare un seggio in Parlamento

Debutto a Westminster La prima volta in aula dei "bruti" euroscettici

Londra - Ormai i giochi sono chiusi. Con ogni probabilità oggi verrà ricordato come il giorno in cui, per la prima volta nella storia, un membro dell'Ukip conquistò un posto a Westminster. Di norma le elezioni suppletive in Gran Bretagna non hanno alcun peso sulla politica nazionale. Ma quella tenutasi ieri nel distretto di Clacton, roccaforte conservatrice, ha un sapore e un'importanza del tutto diversa. Soprattutto perché il candidato favorito del partito indipendentista euroscettico guidato dall'estroverso Nigel Farage è Douglas Carswell, ex conservatore deluso dalle politiche di David Cameron. Nel 2010 vinse, dalla parte dei Tories, nello stesso distretto con il 53% delle preferenze. Ieri, mentre le votazioni erano ancora in corso, brindava alla sua vittoria insieme ad un euforico Nigel Farage. «È fantastico, tutto questo ti fa sentire entusiasta - ha dichiarato ai giornali - dopo tutto il tempo che ho trascorso facendo politica, soltanto in queste ultime settimane di campagna ho realizzato di colpo cosa mi ero perso. Un partito vero, democratico, gestito dai suoi membri, pieno di gente normale, non di politicanti in carriera».

La sua è una vittoria prevista e per i Conservatori è una bella batosta. Carswell non è stato l'unico ad andarsene e l'emorragia non sembra destinata ad esaurirsi qui. I Tories hanno deluso molti elettori con le loro blande politiche sull'immigrazione e il loro approccio troppo debole verso le imposizioni dell'Unione europea. Gli uomini di Farage hanno approfittato del crescente malcontento degli euroscettici e hanno fatto centro. A chi gli chiede se i Conservatori possono bloccare l'ascesa dell'Ukip, Carswell risponde: «Io non sarei qui se loro avessero messo in atto i cambiamenti promessi nel Manifesto del 2010. Steve Hilton che l'ha scritto ha lasciato il partito perché si sentiva frustrato. Io sono passato all'Ukip. E questo è un partito che non vuole tornare agli anni Cinquanta, è un partito del futuro». Soprattutto è un partito che si sta conquistando sempre più consensi. Tanti, da consentirgli di fare il suo ingresso ufficiale a Westminster. Qualche anno fa sarebbe stata una vittoria impensabile perfino nel Regno Unito, culla dell'euroscetticismo. Alla Thatcher la Comunità europea non piaceva e perfino Blair si è giocato la carriera portando avanti le sue politiche europeiste. Gli elettori britannici chiedono da sempre un referendum per poter abbandonare l'Unione. Fino a poco tempo fa però nessuno avrebbe ritenuto possibile che l'Ukip potesse diventare un interlocutore sostanziale nella politica nazionale. E invece, alle prossime politiche potrebbe trasformarsi perfino nell'ago della bilancia tra Conservatori e Laburisti.

Ma l'euroscetticismo non vince solo nel Regno di Sua Maestà. I detrattori dell'Unione sono fortissimi anche in Francia dove il Fronte nazionale di Marine Le Pen ha ottenuto il 17% alle ultime elezioni, in Olanda dove va fortissimo il Partito per la libertà. Il suo leader Geert Wilders, abile affabulatore almeno quanto Farage, si è conquistato il 20% dei consensi nei sondaggi e alle prossime elezioni il PVdP potrebbe diventare il primo partito olandese. In ascesa anche Alternativa per la Germania che propone un referendum per uscire dall'euro e la creazione di unioni monetarie diverse da quella attuale e molto potente in Austria anche il Partito della libertà austriaco guidato da Heinz-Christian Strache, successore di Haider.

Alle elezioni per il rinnovo del Parlamento il partito ha ottenuto un sorprendente 20,55% dei voti e secondo gli analisti è candidato a diventare il primo partito austriaco. A questo punto forse non sono soltanto i Tories a dover cogliere i segnali di un malcontento diffuso, ma quella stessa Unione che, a quanto pare, sta ormai stretta a troppi.

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