"I miei ordini alla polizia e ai militari è di sparare. Piuttosto che creare problemi, vi manderò nella tomba". Ancora una volta il presidente della Filippine, Rodrigo Duterte, ha deciso di usare il pugno duro. Ora il nemico non è il traffico dei narcos, ma il coronavirus.
Duterte, pur di far rispettare la quarantena, ha dato potere alla polizia di uccidere i propri concittadini. Una decisione presa dopo che i filippini sono scesi per le strade di Quezon City, sull'isola di Luzon dove si trova anche la capitale Manila, per invocare l'aiuto del governo affinché intervenga per fronteggiare la crisi economica provocata dal lockdown totale imposto per un mese. Una manifestazione non autorizzata che, come riporta il Guardian, ha visto l'arresto di 21 persone sebbene, secondo il sito Rapper, alcuni dei partecipanti probabilmente si trovavano lì solo in cerca di cibo. La maggior parte dei 48 milioni dell'isola di Luzon, infatti, vive di lavori giornalieri che hanno perso da improvvisamente dopo l'inizio della quarantena. Duterte ha promesso ai cittadini che l'assistenza del governo "anche se in ritardo, arriverà e nessuno morirà di fame".
Il presidente Duterte è noto per l'eccessivo uso della violenza. Nelle Filippine, secondo i dati della polizia nazionale, dal primo luglio 2016 al 31 maggio 2019, sono stati uccisi più di seimila narcotrafficanti. In questi 35 mesi sono state quasi 280mila le persone arrestate per reati legati alla droga in quasi 180 mila operazioni antidroga, mentre quasi un milione e trecento mila sono coloro che si sono "arresi" in quello stesso arco di tempo. Migliaia di tossicodipenti e spacciatori, invece, sono entrati a far parte del piano operativo Oplan Tokhang che prevede un percorso di riabilitazione dalla droga. La Polizia Nazionale delle Filippine ha spiegato che, su scala nazionale, ben 12.177 dei 42.045 barangays (le più piccole unità del governo locale nelle Filippine) hanno raggiunto lo status di "drug free", mentre 282 barangays sono ancora colpite "seriamente dalla droga", altre 10.835 sono "moderatamente colpite" e 9.354 sono "leggermente colpite". Nel 2017, infine, la polizia era stata fortemente criticata per l'uccisione di un 17enne e c'erano state manifestazioni di proteste in tutto il Paese.
Duterte aveva liquidato la questione affermando che, "quando si è in servizio, se la tua vita è in pericolo e tu stai facendo il tuo dovere, bisogna superare la resistenza della persona che stai arrestando". E aveva concluso che che se un criminale "resiste ed è violento, sei libero di uccidere quell'idiota, questo è il mio ordine".
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