Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte è arrivato in Cina. È la sua prima tappa fuori dal sud-est asiatico e, soprattutto, è la prima volta che un leader filippino si reca a Pechino prima che a Washinton.
Ma è anche il primo incontro ufficiale tra i due Paesi dopo la sentenza della Corte Permanente di Arbitrato dell’Aia che a luglio scorso ha negato ogni diritto storico alla Repubblica Popolare Cinese sul Mar della Cina Meridionale, verdetto che Pechino ha sempre giudicato “una farsa politica”. L'argomento, però, non sembra essere un problema. Almeno in questo momento.
Duterte, infatti, in una intervista rilasciata all’agenzia Xinhua, ha spiegato che la sua visita servirà “a restaurare la fiducia reciproca dopo le aspre tensioni sulle dispute territoriali”. Nei giorni scorsi aveva anche ordinato alla marina filippina di fermare i pattugliamenti congiunti con gli Stati Uniti nell’area per “evitare ogni azione che potrebbe essere considerata come un atto di ostilità verso Pechino”. Non solo. Durante i primi mesi del mandato, il presidente delle Filippine ha dato forti segnali di avvicinamento a Cina e Russia, aprendo così la concreta possibilità di sganciarsi da Washington, storico alleato del Paese.
Proprio per questo avvicinamento sembrerebbe che la questione della contesa territoriale sia stata messa in secondo piano anche da Pechino. L’incontro, fanno sapere le autorità cinesi, servirà “ad aumentare la fiducia reciproca, a rafforzare la cooperazione tra i due paesi e ad approfondire la tradizionale amicizia”.
Il viaggio di Duterte in
Cina, che durerà fino al 21 ottobre, sarà incentrato soprattutto sugli affari. Il presidente, infatti, è accompagnato da più di duecento businessman pronti a firmare accordi commerciali. Il resto, per ora, può aspettare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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