Elezioni in Georgia, eletta per la prima volta una presidente donna

Alle elezioni presidenziali del paese caucasico ha vinto per la prima volta nella storia della repubblica una donna, Salome Zurabishvili, ex diplomatica franco-georgiana. La sua elezione è stata fortemente contestata dall'opposizione

Elezioni in Georgia, eletta per la prima volta una presidente donna

Salome Zurabishvili ha vinto al ballottaggio le elezioni presidenziali in Georgia divenendo la prima donna a ricoprire tale carica. Ex diplomatica nata in Francia, ha ottenuto il 59% dei voti rispetto al suo rivale Grigol Vashadze, fermatosi soltanto al 40%. La Zurabishvili era appoggiata dal partito di governo Sogno Georgiano, mentre il suo avversario aveva il supporto di tutta l’opposizione unita.

Con un’affluenza di poco superiore al 56%, si tratta dell’ultima elezione presidenziale diretta per il paese caucasico dove, in seguito alle modifiche costituzionali dello scorso anno che lo trasformeranno in repubblica parlamentare, il ruolo del presidente sarà perlopiù cerimoniale.

La Zurabishvili è nata a Parigi, dove si rifugiarono i suoi genitori in seguito all’annessione nel 1921 della Georgia all’Urss. Una carriera trentennale alle spalle nella diplomazia francese, nel 2003 è divenuta ambasciatrice francese a Tbilisi dove in seguito alla sua rinuncia è stata nominata dall’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili, ministro degli esteri.

Il successo ottenuto dalla donna alle elezioni ha scatenato numerosi dubbi perché rispetto al primo turno di votazioni, in poche settimane, avrebbe guadagnato oltre il 20% in più di consensi. Difficile spiegare come ci sia riuscita, visto che gran parte dell’opinione pubblica non ha mai dimenticato la sua affermazione secondo cui fu la Georgia a dichiarare guerra alla Russia nel 2008, anno in cui le relazioni con Mosca peggiorarono molto.

Da allora Tbilisi si sta molto avvicinando all’Occidente e ha manifestato l’intenzione di aderire all’Ue e alla Nato. La presenza di truppe russe nelle regioni separatiste di Abkhazia e Ossezia del sud allontano tuttavia nel tempo il raggiungimento di tali obiettivi.

L’opposizione ha gridato

ai brogli, ma il partito di governo ha negato le accuse. Tuttavia, già al primo turno gli osservatori internazionali avevano parlato di violazioni del segreto di voto, compravendita di voti e falsificazione delle elezioni.

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