La figlia di Nemtsov alla Bbc: "Putin è colpevole politicamente"

Zhanna Nemtsova: "La morte di mio padre lascia l’opposizione decapitata". Per Novaya Gazeta ombre e sospetti sul presidente ceceno Kadyrov

La figlia di Nemtsov alla Bbc: "Putin è colpevole politicamente"

Putin è "politicamente responsabile della morte di Boris Nemtsov", il politico russo ucciso il 27 febbraio in un agguato a due passi dalla piazza Rossa di Mosca. Lo afferma in un intervista alla Bbc una delle figlie dell'oppositore russo, Zhanna Nemtsova. "Dopo quel delitto tutti sono intimoriti in Russia", ha aggiunto la giovane donna, definendo suo padre la figura più in vista fra coloro che criticavano il presidente. Secondo Zhanna suo padre aveva un solo avversario - Putin - e la sua morte "lascia l'opposizione decapitata". Oltre a raccontare di non avere avuto accesso all'appartamento del padre, dove teneva i file su cui lavorava, la donna ha anche fatto sapere di non essere stata contattata dagli investigatori perché, accusa, "non sono interessati ad un'indagine indipendente".

Intanto il giornale indipendente russo Novaya Gazeta scrive che il mandante dell'omicidio potrebbe essere una personalità vicina al presidente ceceno Ramzan Kadyrov e l'uccisione di Nemtsov sarebbe da spiegarsi nel contesto di una lotta tra fazioni per accreditarsi come più fedeli a Putin. Il giornale di Anna Politkovskaia sottolinea inoltre che l'omicidio ha colto di sorpresa il Cremlino, che ha subito dato un forte impulso alle indagini affidandole al generale Andrei Krasnov, inquirente considerato molto serio, famoso per lo stretto riserbo che mantiene con la stampa. Fra le prime conclusioni degli investigatori, di cui è stato informato il Cremlino già a metà della scorsa settimana, la conferma dell'esistenza di una lista di obiettivi da colpire nelle mani dei mandanti dell’assassinio di Nemtsov, che include oltre all'ex vice premier russo, il direttore di radio Ekho Moskvy Aleksandr Venediktor, Mikhail Khodorkovsky, e probabilmente anche l'attivista e giornalista Ksenya Sobchak.

Sarebbe stato proprio l’appoggio incondizionato di cui ha goduto finora Kadyrov al Cremlino, scrive Novaya Gazeta, a convincere i vertici dei servizi segreti russi (Fsb) ad andare avanti nell'inchiesta fino a risalire a persone legate al presidente ceceno. Quella in atto sarebbe insomma una guerra tra i cosiddetti siloviki (i rappresentanti degli apparati di forza di Mosca) e gli uomini di Kadyrov: "Forze dell'ordine e servizi segreti - scrive la testata d'opposizione - sono stati ripetutamente umiliati pur di mantenere la stabilità politica nel Caucaso. Ed ecco che starebbero cercando di smascherare il leader ceceno in modo da mettere Putin di fronte a una scelta tra loro e il suo luogotenente a Grozny. E per questo starebbero facendo trapelare sulla stampa filogovernativa dettagli che contraddicono la pista islamista. Lo stesso Kadyrov aveva assecondato l’ipotesi che Nemtsov fosse stato ucciso per aver difeso le vignette su Maometto di Charlie Hebdo dopo la strage nella redazione del settimanale francese: lo aveva fatto definendo il presunto assassino Dadayev (un suo ex pretoriano) "un vero patriota un fervente credente rimasto scioccato dalla vicenda di Charlie Hebdo. Ma ieri il Moskovski Komsomolets ha pubblicato un paio di foto che dimostrerebbero che i due presunti killer pedinavano in realtà Nemtsov già in autunno, quindi ben prima del massacro di Parigi, che risale a gennaio.

L'avversario numero uno di Putin, l'avvocato-blogger Alexiei Navalni, interpretando quanto scrive Novaia Gazeta fa i nomi dei presunti organizzatori e mandanti del delitto: il deputato Adam

Delimkhanov, il senatore Suleiman Gheremeiev e suo nipote Ruslan, tutti personaggi dell'entourage di Kadyrov, in questi anni plenipotenziario di Putin, con amplissima autonomia, nell'instabile repubblica caucasica un tempo ribelle.

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