In Francia sei reattori nucleari sono a rischio

L'azienda per la produzione e distribuzione di energia elettrica francese ha segnalato che sei reattori nucleari in alcune centrali in attività sono a rischio

In Francia sei reattori nucleari sono a rischio

Mercoledì 18 settembre, Edf, l'azienda francese che sovrintende alla produzione e distribuzione dell'energia elettrica, ha segnalato che sei reattori nucleari in alcune centrali hanno riscontrato un problema alle saldature dei generatori di vapore.

Il problema però non sembra aver compromesso il funzionamento dei reattori. "A questo stadio dell'indagine tecnica condotta sui componenti dei generatori di vapore, Edf stima che gli scarti riscontrati (nelle saldature n.d.r.) non mettono in dubbio la capacità dei materiali di continuare il servizio e non necessitano di trattamento immediato" sono state le parole di Edf in un comunicato stampa.

Sembra che il problema riguardi anche dei componenti destinati al nuovo reattore Epr di Flamaville, centrale nucleare sita in Normandia che ha già in funzionamento due reattori ad acqua pressurizzata da 1330 Mw ciascuno costruiti da Framatome, oggi diventata Areva.

I reattori interessati dal problema sono sei e sono i numero 3 e 4 della centrale di Blayais (dipartimento della Gironda), il numero 3 di Bugey (dipartimento dell'Ain non lontano da Lione), il reattore numero 2 di Fessenheim (in Alsazia), quello numero 4 di Dampierre-en-Burly (nella Loira) e quello numero 2 di Paluel (anch'esso in Normandia).

La settimana scorsa, Edf, che gestisce un totale di 58 reattori nucleari in 19 centrali sparse sul territorio francese, aveva annuncuato che le procedure previste per le saldature dei generatori di vapore non erano state rispettate dalla sua filiale Framatome, che è incaricata di effettuare i lavori di costruzione e manutenzione di questa particolare componentistica.

Sebbene si sia stabilito che i reattori interessati dal difetto possano attualmente continuare il loro servizio, l'autorità generale per la sicurezza nucleare francese, l'Asn, ha affermato che nelle prossime settimane deciderà, una volta presa visione dei risultati delle ulteriori indagini in atto, sul possibile arresto degli impianti.

"Attendiamo ancora alcuni elementi" ha spiegato a Le Figaro Bernard Doroszczuk, presidente dell'Asn "poi ci sarà un'analisi, con l'aiuto del nostro braccio tecnico, l'Irsn (Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire)".

Se i sei reattori interessati dal problema alle saldature sono per il momento ancora in attività, così non è per il reattore numero 1 della già citata centrale di Flamanville. Le squadre di sicurezza dell'Edf e dell'Asn hanno infatti rilevato tracce di corrosione su alcuni sistemi di sicurezza malgrado fosse appena terminato un piano di revisione di 10 mesi, quindi è stato deciso di interromperne l'attività.

Il fermo, come riporta un comunicato della direzione della centrale di Flamanville, sarà "definito in funzione della natura precisa delle riparazioni da effettuare". La stessa direzione è stata messa sotto "sorveglianza rinforzata" dall'Autorità per la Sicurezza Nucleare in ragione delle difficoltà riscontrate dalla stessa nella gestione dell'attività di manutenzione. Secondo Edf l'arresto durerà, almeno, sino al 2 ottobre.

L'Asn sta effettuando una vasta campagna di monitoraggio della sicurezza delle centrali atomiche con potenza superiore a 900 Mw per prolungarne la vita operativa, che dovrebbe aggiungere altri 40 o 50 anni di funzionamento.

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