La Germania era pronta a ripartire allentando le misure di sicurezza predisposte per contenere la diffusione del nuovo coronavirus. Non appena Berlino ha mollato la presa, i numeri sono tuttavia tornati a far preoccupare la comunità scientifica.
Secondo i dati forniti dal Robert Koch Institut (Rki), cioè il centro epidemiologico tedesco, il tasso netto di riproduzione (R0) del Covid-19 è salito all'1,1. Detto in altre parole, a queste condizioni una persona contagiata è mediamente in grado di infettarne almeno un'altra. Dal momento che per bloccare un'epidemia è necessario portare R0 al di sotto dello 0, il timore degli esperti tedeschi è che il virus possa riprendere la sua corsa da dove l'aveva interrotta.
L'aumento di R0 si sarebbe verificato in seguito al primo allentamento delle restrizioni alla circolazione e alle attività economiche in Germania. Ricordiamo che l'Rki considera il tasso netto di riproduzione del coronavirus come la misura fondamentale per tenere sotto controllo la pandemia a livello nazionale. Lo scorso mercoledì, quando Angela Merkel e i governatori dei Lander hanno annunciato il parziale allentamento delle misure di quarantena, R0 era fermo a 0,65.
L'aumento del valore ha spinto l'Rki a ''osservare con molta attenzione lo sviluppo nei prossimi giorni''. Scendendo nel dettaglio, l'ultimo aumento registrato è il terzo incremento consecutivo. Andando a ritroso nel tempo, giovedì il tasso di contagio era dello 0,71 mentre il giorno prima, come detto, non superava lo 0,65. Nel suo rapporto il centro epidemiologico tedesco ha ribadito che al momento è impossibile valutare se il trend del calo delle nuove infezioni continui oppure se ci sarà di nuovo una crescita dei contagi.
Mattatoi e grandi macelli: contagi fuori controllo
La situazione in alcune zone della Germania era ambigua già prima che l'Rki diffondesse i nuovi dati. Già, perché cinque Lander avevano oltrepassato il limite imposto da Berlino di 50 contagi per 100mila abitanti (superato il quale è obbligatorio inasprire nuovamente il lockdown). Come se non bastasse, le località a rischio ospitano tutte grandi macelli e proprio all'interno di questi impianti sono esplosi nuovi focolai. La lista dei luoghi sotto la lente d'ingrandimento di Berlino comprende Coesfeld (Nord-Reno Vestfalia), Greiz (Turingia), Steinburg (Schleswig Holstein), Sonneberg (Turingia) e Rosenheim (Baviera).
A detta dello Spiegel sarebbero almeno 600 i lavoratori dei macelli risultati positivi al Covid-19, 300 dei quali solo nell'impianto Mueller Fleisch di Pforzheim e 200 nella Westfleisch di Coesfeld. Gli infetti sono per lo più impiegati stagionali di origine romena e bulgara che vivono spesso in spazi molto ristretti, in piccole stanze per due persone. I dipendenti di Mueller Fleisch, puntualizza sempre lo Spiegel, vivrebbero in gruppi da 16 persone in appartamenti di massimo 117 metri quadrati.
I mattatoi in cui sono stati riscontrati contagiati sono stati chiusi fino a data da destinarsi.
''C'è preoccupazione che queste strutture – ha spiegato il ministro della Salute della Vestfalia, Karl-Josef Laumann - soprattutto per quello che riguarda la sistemazione dei dipendenti a contratto stagionale non possano essere conformi alle necessità igieniche di una pandemia''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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