Una marea rossa accompagna la scia lasciata dalle quattro barche della flotta giapponese dell' Istituto di ricerca dei cetacei del Giappone. E il rosso è quello del sangue di 333 balene che i nipponici hanno ammazzato dal 1 dicembre 2015 ad oggi. E il 90% degli esemplari ammazzati erano in stato di gravidanza. A denunciare la mattanza è stata l'associazione WDC che si occupa della conservazione dei cetacei.
Sul sito dell'organizzazione si legge che la flotta è salpata a dicembre verso l'Antartide senza avere l'autorizzazione della Commissione Baleniera Internazionale (IWC), e poi ha violato il divieto di caccia alle balene per fini commerciali e inoltre ha infranto anche le richieste della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite che nel 2014 chiese al Giappone un arresto immediato delle attività delle sue baleniere nell'Oceano Antartico dal momento che non disponevano di requisti di ricerca scientifica.
Nonostante i divieti imposti, la caccia alle balene da parte del Paese del Sol levante prosegue, e un comunicato di stampa dell'ICR, Istituto Giapponese di Ricerca dei Cetacei ha reso noto che il Giappone si impegnerà a cacciare altri 4000 esemplari nei prossimi 12 mesi.
Una realtà che ha visto una reazione di protesta diplomatica da parte di diversi Paesi europei, in primis della Gran Bretagna. Dopo l'ultima strage di balene l'associazione WCD ha però emesso un comunicato , nel quale senza mezzi termini spiega che il tempo delle proteste diplomatiche è ormai finito. Astrid Fuchs, capo programma del WCD ha così commentato: ''Il Giappone ha ripetutamente dimostrato che è disposto a trascurare la scienza, il diritto internazionale e la cooperazione internazionale quando si tratta di operazioni di caccia alla balena. Ma ciò che occorre ora per la salvaguardia delle balene, non è più soltanto una protesta diplomatica.
Chiediamo che l'Unione Europea e la Comunità Internazionale considerino di prendere adeguate misure economiche e giuridiche nei confronti di un Paese che si sta chiaramente esentando dal rispettare gli accordi internazionali ogni volta che questi si scontrano con i suoi interessi''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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