Medio Oriente, il Giappone cambia marcia: "15 mln in anti-terrorismo"

Raddoppiati gli investimenti di Tokyo in Medio Oriente. Shinzo Abe punta a dimostrare la determinazione del Paese

Shinzo Abe fotografato in parlamento
Shinzo Abe fotografato in parlamento

Una mossa che comporterà il raddoppio degli investimenti in anti-terrorismo nel Medio Oriente e con la quale il premier giapponese Shinzo Abe punta a dimostrare la risolutezza del Paese, dopo che due suoi cittadini sono stati uccisi dai miliziani del sedicente Stato islamico.

Haruna Yukawa e Kenji Goto sono morti nelle mani degli islamisti, entrambi decapitati come molti altri prima di loro, la loro decapitazione utilizzata a fini propagandistici. E ora Tokyo punta a mostrare i muscoli, se non in senso militare, se non altro con un impegno economico.

Aiuti che valgono quindici milioni di dollari e che secondo il ministro degli Esteri giapponese, Fumio Kishida, fanno parte di uno sforzo per "sostenere l'anti-terrorismo in Medio Oriente e in Africa". Grandi dettagli sugli aiuti economici al momento non ce ne sono, ma saranno annunciati entro la settimana a Washington.

Per la libertà di Haruna Yukawa e Kenji Goto, il sedicente Stato islamico aveva chiesto 200 milioni di dollari, una cifra identica a quella in "aiuti non militari" che

il Giappone aveva annnciato di voler investire in Paesi che stanno combattendo contro la minaccia. Tokyo, che dal Medio Oriente prende gran parte del petrolio che consuma, vorrebbe espandere la propria influenza nell'area.

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