Una gonna troppo lunga indossata da una quindicenne a scuola può diventare strumento di "proselitismo religioso". Lo sostiene il ministro dell'Educazione francese Najat Vallaud-Belkacem a proposito del caso della studentessa di liceo musulmana lasciata fuori da scuola per un abbigliamento rispettoso della propria tradizione e quindi considerato "troppo poco laico".
Intervenendo oggi, la ministra ha affermato che la direzione dell'istituto scolastico ha dato prova di "discernimento" nell'escludere dalle lezioni la ragazzina di fede islamica: "Ciò che è realmente accaduto è che il personale pedagogico ha dato prova di discernimento nel giudicare la natura proselita o meno, non della tenuta ma dell'atteggiamento dell'allieva. In questo caso, è stato stabilito che vi fosse proselitismo da parte della studentessa. Non è stata decisa un'esclusione ma è stato aperto un dialogo con la famiglia. Che ci troviamo di fronte ad un'azione concertata con una tenuta che nel caso specifico rientra simbolicamente nell'ostentazione."
Parole che con ogni probabilità faranno discutere, sopratutto considerando il coro di critiche che si era levato da parte dell'opinione pubblica contro la decisione della scuola. Persino il partito socialista, per bocca della sua portavoce Corinne Narassiguin, aveva sottolineato che la gonna "non faceva parte dei simboli religiosi": un'obiezione che, per la verità, lascia intatta più di una domanda.
Se una studentessa cristiana avesse voluto entrare a scuola con una croce, simbolo della sua fede, al collo, avrebbe potuto farlo? Nelle scuole della Repubblica francese, per le espressioni della libertà di culto, evidentemente sembra esserci poco posto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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